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1917

Regia di Sam Mendes vedi scheda film

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La recensione su 1917

di fratellicapone
8 stelle

1917 è un film su un episodio della prima guerra mondiale. Un episodio non importante nell’economia globale del conflitto ma che è solo un mezzo per rappresentare la guerra e due giovanissimi soldati che ci sono in mezzo e a cui è stata affidata un’importante quanto difficile missione.

scena

1917 (2019): scena

A me piacciono i film di guerra e mi piacciono i film in cui la storia è vista dall’alto, cioè in una visione complessiva di un evento storico con uno sviluppo corale e senza storie individuali che non siano funzionali alla trama. Sicuramente film cosi pensati sono produzione di altissimo impegno, per tutti basti ricordare il DDAY, un film colossale per cast e impiego di mezzi. Ma anche film come Tora Tora Tora, che non ha niente a che vedere con il remake patinato di Pearl Harbour, oppure Midway (anche se qui c’è la storia d’amore fra il pilota e la cittadina americana di origine giapponese) e anche Dunkirk e. , più modestamente per impegno di budget ma non per risultati, un film come Le quattro giornate di Napoli.

Poi ci sono film, come 1917, in cui la guerra è vista dal basso, da chi la fa e ci rimette la pelle. Può essere un’unità piccola di persone (per esempio Salvate il soldato Ryan), oppure una nave o un sommergibile (per esempio il magnifico UBoot 96 o anche il vecchio Uomini sul fondo, o più recentemente Fury). In questi film il protagonista è il mezzo bellico a cui quel gruppo di uomini è avvinto e che è quasi la loro casa. Così dice Brad Pitt in Fury quando il carrarmato si blocca e non può più manovrare e lui e poi gli altri si battono fino alla fine. Così farà il comandante dell’Uboot 96 che muore mentre vede affondare il suo sommergibile con un raid aereo mentre era ormai al sicuro nei bunker di La Rochelle.

In 1917 la guerra è vista da questi due ragazzi, diversi ma complementari.

George MacKay, Dean-Charles Chapman

1917 (2019): George MacKay, Dean-Charles Chapman

Sono inglesi che combattono in Francia contro i tedeschi, le trincee si fronteggiano e in mezzo una terra che è un vero inferno, disseminata di fili spinati, cadaveri di uomini e animali. I tedeschi si sono ritirati di alcuni chilometri dando l’impressione di essere in rotta e inducendo una divisione inglese più avanzata a organizzare un attacco in massa. In realtà, da una ricognizione aerea, l’unità a cui appartengono i due soldati viene a conoscenza che la ritirata dei tedeschi è una trappola per indurre gli inglesi a un attacco e al loro massacro innanzi alle nuove postazioni difensive. I due soldati hanno il compito di andare dal comandante dell’unità inglese avanzata con l’ordine scritto del generale in comando di non effettuare alcun attacco.

La missione deve essere eseguita in una lotta contro il tempo perché devono arrivare prima che la divisione inglese avanzata sferri l’attacco. Si tratta di uscire dalla trincea inglese, andare allo scoperto in un carnaio di morti e di crateri di bombe e raggiungere le trincee tedesche ormai abbandonate e da li proseguire fino a portare l’ordine al comandante inglese.

 

Una lotta contro il tempo e contro i mille pericoli. Gli spettrali scenari attraversati dai due soldati, e poi solo da uno, le scene di notte con rovine illuminate a tratti dai bengala con ombre lunghe e minacciose. Alla fine la missione riesce e la divisione è salva. All’inizio e alla fine ci sono scene di campagna non toccata dalla guerra che sembra che niente sia successo. La ripresa è fatta con un unico interminabile piano sequenza e in cui difficilmente si notano stacchi. Questa tecnica di ripresa trasferisce lo spettatore come se fosse anche lui nella scena dove i fatti si svolgono senza soluzione di continuità dall’inizio alla fine. Il miglior piano sequenza che io ricordi è quello che introduce L’infernale Quinlan, una tecnica magistrale difficile da realizzare con la tecnologia del tempo.

1917 è un film da vedere e sicuramente da rivedere a distanza di tempo.

 

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