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1917

Regia di Sam Mendes vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su 1917

di Leman
5 stelle

Un castello di carte ben congegnato e molto furbo, che però ad un certo punto cade su se stesso rivelando la mancanza di qualunque forma di sostanza. Di sicuro meritevole dal punto di vista tecnico, per nulla da quello artistico.

George MacKay

1917 (2019): George MacKay

Odio fare il bastian contrario che reagisce in modo freddo davanti a film che tutti amano, però odio ancor di più essere un bugiardo e sarei tale se non ammettessi che questo nuovo film di Mendes non mi ha convinto sotto molti aspetti. 
1917 è un film di guerra dove la guerra viene messa in secondo piano per narrare una storia di uomini. Una storia di uomini che a sua volta viene messa in secondo piano per mostrare virtuosismi tecnici che tentano, a detta stessa del regista, di immergere lo spettatore in un'esperienza che raramente si vede al cinema. Una scelta, quella di Mendes, secondo me azzardata. L'obiettivo di Mendes era quello di creare un unico piano-sequenza dove la cinepresa non si staccava mai dalle spalle del protagonista. In questo modo lo spettatore stesso poteva sentirsi all'interno di quel campo di battaglia e parte integrante di questa storia di guerra e uomini. Un progetto ammirevole nelle intenzioni, personale in quanto basato sui racconti del nonno di Mendes, ma sbagliato per come è stato realizzato.

 

Sam Mendes, Roger Deakins

1917 (2019): Sam Mendes, Roger Deakins

Parto dicendo che i piani-sequenza un regista li deve saper gestire. Soprattutto se vuole girare un intero film come se fosse un piano-sequenza. Quando Hitchcock decise di girare Nodo Alla Gola con questa tecnica, non lo fece a caso. Lo fece ragionando su ogni stacco invisibile e su ogni movimento di camera che potesse compensare la mancanza di un vero e proprio montaggio. Perché che piaccia o no, il montaggio è uno degli aspetti fondamentali di un'opera cinematografica e quindi nel momento in cui decidi di eliminarlo, devi essere consapevole che il tuo film avrà al suo centro un vuoto che dovrà essere colmato. Alla lunga il ben architettato castello di carte di Mendes stanca e non riesce più ad impressionare, in quanto troppo finto e forzato per essere vero. Anzi, il film fallisce proprio in una delle questioni più importanti, ovvero nel nascondere questi stacchi per non far notare allo spettatore la presenza effettiva del montaggio. Apprezzai molto la capacità di Inarritu di nascondere i numerosi tagli di montaggio di Birdman, tutti quanti ben pensati e difficili da notare a una prima visione. Invece in questo 1917 sono troppo evidenti i momenti in cui subentra il montaggio. In particolare ci sono due scene (quella dell'esplosione nel bunker tedesco e quella del fiume) dove la macchina da presa  taglia 4 o 5 volte cercando di non farsi notare, ma è fin troppo palese la sua presenza, tant'è che a un certo punto il tentativo di nascondere questi stacchi diventa quasi parodistico, risultando palese anche a chi non ha particolari conoscenze in campo cinematografico. Il regista stesso a un certo punto getta la spugna in una scena fondamentale dove lo schermo diventa nero e il finto piano-sequenza si rivela in verità essere due finti piani-sequenza. Ci voleva così tanto a trovare un altro modo per continuare la scena mantenendo intatto il finto piano-sequenza di Mendes? 

 

Benedict Cumberbatch

1917 (2019): Benedict Cumberbatch

Questo è proprio quel genere di film che odio. Quella tipologia di pellicole alla The Revenant o alla Gravity dove la forma è esasperata oltre la soglia del sopportabile, oscurando così la mancanza di sostanza. Ho sentito molti elogi alla fotografia di Deakins. Secondo me la fotografia di Blade Runner 2049 è anni luce avanti a quella di 1917, anche per l'ottimo utilizzo da parte di Villeneuve, che ha saputo usare un mostro come Deakins. Ho sentito elogi all'aspetto sonoro della pellicola. Secondo me gli effetti sonori e la colonna sonora sono fin troppo presenti, tanto da risultare anch'essi involontariamente comici in certi punti. Come ad esempio quando i due scoprono la trincea tedesca abbandonata e l'effetto sonoro drammatico utilizzato è lo stesso usato in Brian Di Nazareth quando Graham Chapman veniva scoperto dal soldato Romano e costretto a riscrivere la scritta romana 100 volte. Non convincono poi le scenografie, che nel loro essere curate nel minimo dettaglio, risultano invece secondo me fin troppo caricaturali e artificiose. Un film di guerra deve essere sporco, crudo e desolante, qui invece pure le trincee sono limpide e senza nemmeno un filo di polvere. I protagonisti (seppur bravi, questo lo si deve ammettere) sono sempre curati, non hanno mai nemmeno un capello fuori posto, stonano con l'ambiente che li circonda. Non c'è quella sensazione o quell'imperfezione voluta che ti fa percepire reale l'epopea storica a cui stai assistendo. Non c'è nemmeno un'epopea storica al dire il vero, in quanto Mendes cancella completamente il contesto storico per concentrarsi sull'aspetto umano, che però appare più superficiale e banalizzato rispetto a pellicole del calibro di Dunkirk o lo stesso Salvate il Soldato Ryan, che nella sua retorica almeno mostrava lo sporco e la violenza come parte fondamentale della guerra. Gli attori scelti sono delle facce sconosciute, nonostante io abbia riconosciuto subito il ragazzo di Captain Fantastic, perché l'intenzione di Mendes era proprio quella di mostrarci persone reali che si ritrovano catapultati in questa guerra. E allora non capisco come mai la scelta di rovinare questa ottima intuizione inserendo all'ultimo momento un cameo di Benedict Cumberbatch totalmente gratuito. Dopo aver visto per un'ora e mezza facce sconosciute, la presenza di un attore famoso come lui distrae e rovina la sensazione di realtà che il film cercava di creare fino a quel momento. 

Mi ha inoltre sorpreso la presenza di molte incertezze tecniche che non mi sarei mai aspettato considerando la grande cura del dettaglio all'interno di questo prodotto. La più eclatante è sicuramente quella del ratto fatto al computer, protagonista della scena più stupida e delirante del film.

 

George MacKay

1917 (2019): George MacKay

Io avrei anche apprezzato la forma di 1917, se fosse stata accompagnata da una sostanza degna di tale nome.

La storia io personalmente la divido in tre atti: 

-Il primo, che ha come protagonisti entrambi i soldati e mostra i due ragazzi andare prima nel bunker tedesco, fuggire alle trappole presenti in una scena a dir poco esilarante (che però voleva essere drammatica) e infine arrivare alla fattoria di Zio Tobia, dove il protagonista troverà del latte fatto da una mucca creata digitalmente al computer (maledetti bastardi, ditelo che lo fate apposta!), un aereo tedesco atterrerà proprio in quel punto e uno dei due sarà ucciso dal tedesco stesso. In questo primo atto mi è stato difficile immedesimarmi in entrambi i protagonisti, in quanto il punto di vista variava continuamente tra i due e non capivo in quali situazioni dovessi identificarmi. Ho bisogno di un punto di vista chiaro, altrimenti mi confondo e perdo il contatto con il film.
-Il secondo atto ha come protagonista il soldato rimasto, che deve superare il peggior cecchino al mondo e attraversare il campo di guerra controllato dai nazisti. Lo so che non sono nazisti in quanto questa è la prima guerra mondiale, ma tanto nell'immaginario culturale americano i tedeschi sono tutti nazisti, quindi non credo ci sia tanta differenza. In questa parte effettivamente Mendes e Deakins regalano una sequenza interessante, dove assistiamo a un gioco di luci e ombre intrigante. Peccato che venga come al solito rovinata dall'ennesima trovata di sceneggiatura, dove gli autori ci regalano un'inutile e tedioso siparietto con una ragazza francese e una sequenza dove il nostro eroe strangola un nemico ma non viene notato in quanto il soldato lì vicino è ubriaco e non capisce cosa sta accadendo. Stavo guardando La Grande Guerra di Monicelli e non me ne sono accorto? Dopo di che il soldato finisce in un fiume, sopravvive agli stacchi di montaggio sopraccitati e arriva grazie a una fortuita coincidenza esattamente nel luogo dove si trova il gruppo di 1600 commilitoni che doveva raggiungere. Capisco che la trama in questi film è un'optional, ma a chi la volete dare a bere? 
-Nell'ultimo atto assistiamo al tentativo del soldato di fermare l'attacco finale, passando attraverso il campo di battaglia per raggiungere Benedict Cumberbatch e informarlo delle decisioni dei suoi superiori. Tralasciamo la stupidità stessa della decisione dei comandanti di affidare una lettera che avrebbe salvato 1600 vite umane a due ragazzi, costringendoli ad attraversare da soli tutta quella strada, con basse probabilità di successo e alte probabilità di condannare tutti quei commilitoni a morte certa. Nel finale il soldato comunica al fratello del compagno morto la triste fine di quest'ultimo e va a riposarsi sotto l'albero. Un finale secondo il mio modesto parere insoddisfacente per come è stato messo in scena. Vi immaginate che delusione sarebbe stato Salvate il Soldato Ryan se alla fine avessero trovato Ryan e il film si fosse concluso lì? Beh, è esattamente quello che è accaduto. Ed ecco che arriva la retorica e la solita banalità americana a togliere qualunque credibilità alla pellicola.

Il problema principale della trama, oltre al suo essere messa in ombra dalla forma, è la velocità con cui è narrata, che appare disorientante più che coinvolgente. Inoltre questo soldato protagonista è proprio un personaggio a dir poco Fantozziano, le cose brutte accadono tutte a lui porello. E quando non è estremamente sfortunato, è fortunato in modo totalmente forzato. Vogliamo parlare dei soldati tedeschi, la cui capacità di imbracciare un fucile è uguale a quella degli stormtroopers di Star Wars? 

George MacKay, Dean-Charles Chapman

1917 (2019): George MacKay, Dean-Charles Chapman

1917 è un film disorientante. Proprio a causa della tecnica utilizzata e del modo in cui la storia è narrata, il regista crea una specie di muro tra lo spettatore e il film stesso. La tanto acclamata immersione per cui il film è stato tanto esaltato per me si è rivelata essere invece l'esatto contrario. Il film non è mai riuscito per un solo momento a farmi temere per questi personaggi, a farmi credere per un solo momento a quello che stavo guardando. 
Tutto questo fa sembrare il film un videogioco, un'enorme sequela di cutscene cinematografiche che vorresti saltare per passare direttamente al gioco.

Il film di Mendes è una bugia ben fatta, uno spettacolo d'intrattenimento fine a se stesso. Un'opera dagli intenti nobili bruciata da una sostanza superficiale e da una trama scritta in un pomeriggio. Una serie di scene unite tra di loro da un filo molto sottile che a un certo punto si spezza da solo, in quanto incapace di reggersi sulle proprie gambe.

Di sicuro la delusione più grande avuta negli ultimi 2 anni al cinema, almeno secondo l'opinione inutile e superficiale del sottoscritto. 

 

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