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Come le foglie al vento

Regia di Douglas Sirk vedi scheda film

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La recensione su Come le foglie al vento

di steno79
8 stelle

"Written on the wind" è uno dei melodrammi più famosi e apprezzati di Douglas Sirk, si direbbe ormai la quintessenza del suo cinema, un melo' anni 50 che fu un notevole successo al box office e che poi è stato considerato da alcuni un antesignano della soap opera, a mio parere non del tutto a torto, se bisogna essere sinceri.

La storia di quattro personaggi, tutti protagonisti allo stesso modo (e aver messo agli Oscar Robert Stack e Dorothy Malone nella categoria "non protagonisti" è un errore macroscopico), il ricco ma debole e alcolizzato Kyle che si innamora della bella segretaria Lucy, la sposa, ma poi arriva a soffrire di gelosia per il suo migliore amico Mitch, suo aiutante nell'azienda petrolifera di cui è erede, un ragazzo di umili origini ma onesto, integro, segretamente innamorato di Lucy. Completa il quartetto Marylee, la sorella ninfomane di Kyle, anche lei destinata ad una sorte infelice.

È un film dove lo stile di Sirk risplende alla sua massima potenza, un ripensamento delle possibilità espressive del melo' nel momento in cui il regista si era fatto un nome soprattutto con il pubblico, mentre la critica lo avrebbe rivalutato più avanti sull'onda dell'entusiasmo di Fassbinder. Melodramma survoltato, febbrile, barocco nella sua intensità e nella scrittura visiva che si rivela di notevole interesse ancora oggi, con una fotografia antinaturalistica di Russell Metty che gioca con i colori primari in composizioni di un pittoricismo esasperato ma assai moderno ed efficace, aiutato da costumi e scenografie che si fondono alla composizione figurativa in maniera affascinante. Sulla trama e i personaggi, pur apprezzando nel complesso il film, ho qualche perplessità perché mi sembra che la sceneggiatura di George Zuckerman esasperi le atmosfere a livelli a tratti un po' eccessivi, che rischiano la semplificazione narrativa e l'inverosimiglianza (l'innamoramento iniziale fra Kyle e Lucy è un po' troppo rapido e non risulta del tutto credibile), e gioca un po' troppo con lo stereotipo, soprattutto nella contrapposizione un po' schematica fra i ricchi cattivi, pazzi o malati e i poveri umili e naturalmente dal cuore d'oro. Nel cast, gli attori sono tutti all'altezza del compito, non facile di per sé, con una preferenza per Dorothy Malone che riesce sempre a recitare con notevole padronanza nonostante gli eccessi a cui si è accennato, mentre Robert Stack è ugualmente bravissimo per la dedizione al personaggio e l'impegno, ma in alcuni momenti rischia di perdere il controllo e scivolare quasi nella parodia; Lauren Bacall è corretta e tenuta su tonalità più neutre, ma forse anche più convincenti, soprattutto nella parte conclusiva, mentre Rock Hudson ha un ruolo meno caratterizzato a livello espressivo, ma svolto con notevole professionismo. Ad ogni modo, direi che l'Oscar vinto da Dorothy Malone risulti meritato, una volta tanto.

Forse non il capolavoro che alcuni vorrebbero e un gradino al di sotto de "Lo specchio della vita", ma come melodramma risulterà di enorme influenza, con una meccanica del colpo di scena che influenzerà moltissimo la scrittura televisiva, "Written on the wind" resta da guardare e ammirare nella sua dismisura.

Voto 8/10

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