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Wildland

Regia di Jeanette Nordahl vedi scheda film

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La recensione su Wildland

di alan smithee
6 stelle

NOIR IN FESTIVAL 2021 - Premio BLACK PANTHER come miglior film

"Meglio soli, che male accompagnati."

Ida è rimasta orfana quando un incidente d'auto l'ha risparmiata, portandole via la adorata madre.

Senza altri parenti a cui essere affidata, la ragazza viene condotta dalla zia, ovvero la sorella della madre, che la ragazzina nemmeno conosce.

Accolta con affetto ed atteggiamenti amorevoli dalla donna, la ragazza ha modo di scoprire di avere quattro cugini aitanti e più grandi di lei, occupatissimi a svolgere ognuno un loro compito che si riconduce a quanto pensato a programmato dalla determinata capofamiglia.

Ida si renderà conto di essere finita a vivere con una famiglia di aguzzini, e intuirà i motivi veri per cui sua madre ha sempre deciso di restare in disparte dalla vita da cosca di quella inquietante famiglia.

Non appena ci scapperà il morto, il destino già drammatico della ragazzina verrà ulteriormente messo in discussione, insinuandola in una condizione di perno in bilico tra le azioni da fuorilegge della sua nuova famiglia, e le difficoltà delle autorità a palesare i misfatti di cui si rendono colpevoli i nuovi familiari della ragazzina.

Wildland è un noir efficace, soprattutto tenendo conto che si tratta dell'opera prima della regista danese Jeannette Nordahl.

In mezzo ad una narrazione in crescendo che sfrutta un clima teso che funziona e riesce a trattenere lo spettatore in un crescendo emotivo piuttosto riuscito, è certamente la figura della controversa matriarca della nuova famiglia di Ida che finisce per risaltare e risultare il fiore all'occhiello del valido prodotto.

La interpreta con motivata convinzione la brava ed ormai piuttosto nota attrice danese Sisde Babett Knudsen, già apprezzata in passato in In fabric, 150 milligrammi, La corte, nel controverso The duke of Burgundy e in Dopo il matrimonio di Susanne Bier.   

Nel suo ruolo di matriarca incalzante e tenace, senza scrupoli, dolce in apparenza ma spietata nelle sue risoluzioni, la Knudsen è davvero il perno vincente di un noir teso ed inquietante che sa trattenere lo spettatore fino all'epilogo ragionato e non troppo scontato. 

 
 
 
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