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Pinocchio

Regia di Matteo Garrone vedi scheda film

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La recensione su Pinocchio

di diomede917
8 stelle

La vera grande scommessa e azzardo per l'ennesima e nuova versione del Pinocchio di Collodi era di capire come un regista cupo e pessimista come Matteo Garrone avrebbe plasmato una storia che milioni di italiani conoscono a memoria. Soprattutto alla luce del suo film precedente, Il violento e brutale Dogman. Il primo colpo a effetto è scegliere Roberto Benigni, reduce dalla più brutta versione mai realizzata, come Geppetto. Un Geppetto poverissimo ma dignitoso, un Geppetto che sembra uscito da Umberto D di De Sica. I primi 10 minuti sono un colpo al cuore, vederlo scolpire una crosta di formaggio pur di mangiare o la pantomima all'osteria per un piatto caldo. Il Pinocchio di Garrone rispecchia il suo cinema, i personaggi raccontati da Collodi sono la rappresentazione di un'umanità brutta, sporca e cattiva. Dalla Volpe interpretata da un maestoso Massimo Ceccherini in odore di David, qui anche co-autore della sceneggiatura, rappresentazione dell'inganno del guadagno facile a un Mangiafuoco burbero dal cuore tenero interpretato per pochissimi ma indimenticabili minuti da Gigi Proietti fino al direttore di un circo dei Freaks l'affidabile Massimiliano Gallo. Matteo Garrone mette in scena una serie di maschere che simboleggiano una metafora di certe mostruosità sociali e lo stesso Pinocchio per tutto il film figura come un bimbo corteccia dagli occhi dolci e dalla lisca mentre parla interpretato benissimo dal piccolo Federico Ielapi. Ben consapevole che ormai la Favola di Pinocchio era già stata raccontata in più salse il regista ha deciso di puntare tutto sul contrasto. Da un lato una povertà fortemente debitrice del primo cinema neorealista italiano da un altro lato realizzando un film ma una vera pinacoteca. Ogni fotogramma, Ogni capitolo della storia è un vero e proprio quadro (e qui si vede tutto il passato da pittore di Matteo Garrone). Questa scelta può essere vista contemporaneamente sia come un punto di forza che come un punto di debolezza. Perché davanti a un quadro puoi provare una sorta di Sindrome di Stendhal per quanto sia bello oppure un lucido distacco molto vicino alla freddezza. In effetti qualche freccia non centra l'obiettivo (tipo la Fata Turchina poco empatica rispetto all'importanza che il testo di Collodi le da), ma vedere dopo tanti anni Roberto Benigni ritornare a recitare con una passione mai vista è un qualcosa di meraviglioso. I suoi occhi e la sua fisicità fanno di Geppetto un personaggio di straordinaria umanità, un padre consapevole del proprio ruolo che ama fino all'estremo il proprio figlio fino a commuoversi sentendolo urlare "Babboooooo, sono un bambino". Matteo Garrone rispetta fino all'ultimo il significato della parola favola tempestando a più riprese le morali e gli insegnamenti che trasformeranno Pinocchio da Burattino a Essere umano. Sinceramente non si può chiedere di più a un film per ragazzi indirizzato anche e soprattutto ai loro genitori. Voto 8

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