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Hammamet

Regia di Gianni Amelio vedi scheda film

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La recensione su Hammamet

di marlucche
2 stelle

Vi ricordate Tafazzi?

Era un personaggio interpretato da Giacomo del trio Aldo, Giovanni e Giacomo.
Usava una bottoglia di plastica vuota da un litro e mezzo per percuotersi i genitali, opportunamente protetti da una conchiglia come quella che usano i giocatori da rugby.

Ecco, ora che avete l'immagine ben presente, vi propongo un divertente esercizio di immedesimazione.
Immaginate la seguente situazione:
Uomini: identificatevi con Tafazzi.
Donne: immaginate di avere i testicoli e identificatevi con Tafazzi.
Per entrambi i sessi: La bottiglia invece di essere da un litro e mezzo, è da due litri.
Per entrambi i sessi: La bottiglia invece di essere vuota è piena
Per entrambi i sessi: Siete sprovvisti di conchiglia.

Ora che vi siete immedesimati avrete raggiunto l'11% del tasso di sfracellacemento di cojoni che si ottiene con la visione di Hammamet.

La situazione è evidente giè dopo la prima mezzora, a ragion veduta il mio accompagnatore mi sussurra all'orecchio: "Finora una discreta mattonata sui cojoni...".
La lentezza è esasperante ma come al solito non è tanto quella la responsabile del disagio quanto una storia piatta e scialba e degli attori incapaci o mal diretti, a voi la scelta.
Ovviamente escludo Favino che è bravo, non glie se può di' gnente.
L'operazione si regge tutta sul make-up department, praticamente, come a dire, che se fosse ancora vivo Alighiero Noschese gli avrebbero dato l'Oscartm.
Per questo motivo da ora in avanti Favino non lo chiamerò più Favino, bensì Noschese.
E Noschese è magistrale nella sua interpretazione.
Lo guardi e non puoi fare a meno di pensare: "Dio ma Noschese è veramente bravo ad imitare Lino Banfi...".
Nessuno prima di Noschese aveva imitato Lino Banfi in modo così sublime.

E in questa improvvisa realizzazione ho trovato il modo di resistere fino alla fine.
Da quando ho realizzato questa straordinaria interpretazione di Noschese featuring Banfi, ho proseguito la visione immaginando che ogni parola pronunciata fosse in barese e, porca puttegna, è stato tutto più sopportabile.

In sala alla nostra sinistra (ovviously) due craxiane nostalgiche, ben oltre la mezza età, cantano l'inno socialista sulla scena del congresso. Si godono ogni immagine sospirando, senza essere coscienti di essere innamorate di Lino Banfi.
Alla nostra destra una coppia giovane giovane, non sanno nemmeno chi sia Craxi e probabilmente manco chi sia Lino Banfi. Mandano per tutto il film messaggi su Whatsapp.
Le due nostalgiche si ricorderanno dei tempi andati, la coppietta dimenticherà senza colpo ferire.

Ma questo Hammamet alla fine, cosa ci racconta?
Un pastrocchione di verità (ma quando mai), arte e finzione (certo, come no) e pure un tocco di surreale (Lino Banfi salvaci tu), detto sinteticamente, un cazzo.
In definitiva un'operazione di cui proprio non si sentiva nessuna esigenza e che, spogliata dal lavoro di make-up, resta veramente poca cosa.

Menzione speciale per l'imperdonabile la bruttezza della villa di Hammamet, spero vivamente per Craxi & family che non fosse veramente così orrenda come appare nel film.
E Craxi se non ti stava sulle palle prima sicuramente ti ci sta ora, mentre Lino Banfi resterà indimenticato nel suo skecht "La vostra soddisfazione è il nostro miglior premio".

A ognuno il suo, a noi italiani entrambi.

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