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Hammamet

Regia di Gianni Amelio vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Hammamet

di panunzio
2 stelle

“non penso che Craxi si potesse definire un latitante” ha dichiarato Amelio: confesso, sì io confesso, che tale premessa con la quale non sono d’accordo forse inficia un’analisi serena e priva di pregiudizi da parte mia, anche se letta successivamente alla visione di Hammamet.

All’inizio del film il personaggio Vincenzo è un riferimento a Balsamo il cui destino rimanda però a Sergio Moroni? La figura del figlio del suicida vuol rappresentare una sorta di coscienza sporca del leader, quindi del Paese? Perché chiamare la figlia Anita e non Stefania? Trattasi di un omaggio alla di lui passione per l’eroe dei due mondi? Perché non dare un nome all’amante o all’esponente DC in visita alla sua corte? La pellicola è un continuo alludere senza dire. Si potrà ribattere che intenzione dell’autore sia quella di non mettere in scena pedissequamente la biografia di Craxi ma allora perché la stupefacente totale immersione di Favino nel personaggio?

Nel film il presidente (anche se afferma di non essere più tale) non si vuole far riprendere mentre aiuta il popolo e allora caro Amelio non dovevi filmarlo neanche tu. Francamente patetica la scena di Bobo alla chitarra che canta Dalla. Ricattatoria la scena onirica del varietà: è lo sfregio di un corpo ormai morente da parte della piazza? Nuovo piazzale Loreto? Tale incursione nel grottesco mi è parsa assai azzardata. Quanti ci manchi Petri!

Amelio vuole forse insinuare un dubbio? Se avesse deciso di farsi curare in Italia il suo destino sarebbe stato diverso? Il fatto è che Craxi ha fatto una scelta perché alle definizioni elencate dal parroco nel finale all’indirizzo di Bettino bambino manca non quella di esiliato, bensì di LATITANTE: “che si sottrae VOLONTARIAMENTE all’esecuzione di un mandato di cattura, di arresto o di carcerazione”. Scrivo provocatoriamente che il traditore Buscetta Favino ha fatto i conti con la giustizia.

Presumo che Hammamet inneschi le solite giaculatorie sul fatto che in Italia neanche a distanza di anni si possa serenamente ragionare su eventi e protagonisti della nostra storia patria. Il film nell’anniversario della morte darà il via alle peane volte alla riabilitazione del nostro: perché non dedicarli via piazze monumenti? Perché lui ha avuto il coraggio di dire quello che tutti sapevano ma che nessuno osava dire: che tutti rubavano ma nel bene del Paese, all’insegna del fine che giustifica ogni mezzo, seppur illecito. I processi in un paese che si vuol definire democratico si fanno nelle aule dei tribunali. Craxi si è sottratto. La giustizia l’ha condannato e penso che la storia non possa assolverlo.

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