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Martin Eden

Regia di Pietro Marcello vedi scheda film

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La recensione su Martin Eden

di Furetto60
7 stelle

Notevole trasposizione del mitico romanzo di Jack London.Ottima la prova attoriale di Luca Marinelli

Martin Eden coraggioso marinaio napoletano, con il suo spavaldo e deciso intervento, salva Arturo Orsini, da un violento pestaggio, da parte di feroci teppisti, perciò è accolto con riconoscenza dalla famiglia “altolocata” del ragazzo e lì incontra la sorella Elena. È un colpo di fulmine. Si dice che dietro a un grande uomo ci sia sempre una donna. É il caso anche di Martin Eden, è l’amore per Elena a spingerlo a istruirsi, da autodidatta, leggendo voracemente e assimilando, con la sua grande intelligenza naturale, ogni dettaglio di ogni disciplina, per essere all’altezza della sua amata. Emerge così il suo naturale talento per la scrittura. Ma quest’attività, almeno inizialmente, non paga, perché i racconti di Martin sono rifiutati dalle redazioni e dagli editori, sono troppo nuovi e poco consoni ai gusti dell’epoca. E per Elena e la sua famiglia borghese, la mancanza di una condizione economica florida è un handicap insuperabile. Martin è un sognatore con poco senso pratico, mentre Elena vorrebbe mettere su famiglia. Cosi la loro storia tra alti e bassi, a un certo punto sembra arrivata al capolinea. Quando a sorpresa arrivano finalmente i riconoscimenti e soprattutto, i soldi, Martin dopo un primo momento di euforia, non riesce a gioirne, anzi scopre che il successo che aveva sempre inseguito è inutile e non gli da felicità, inoltre coltiva risentimento verso tutti quelli che prima lo biasimavano e adesso lo adulano, senza che in realtà lui e le sue opere siano cambiate, quando Elena torna da lui con il capo cosparso di cenere, pentita e desiderosa di tornare con lui, la respinge in malo modo. Liberamente ispirato al romanzo più celebre dello scrittore americano Jack London, il regista Marcello cambia completamente l’ambiente storico e attualizza una storia entrata nell’immaginario collettivo, lasciando tuttavia l’archetipo del personaggio: un avventuriero che diventerà vittima del successo da lui tanto agognato. Pietro Marcello ha riproposto una vecchia storia, donandogli freschezza e modernità. Il marinaio interpretato da Marinelli è un giovane  calato in un contesto di precarietà e indigenza, ma affamato di vita e di ambizione. Elena è chiusa con la sua famiglia in una sorta di “bolla” dove il tempo si è fermato. Il film di Marcello è uno straordinario e sorprendente viaggio interiore, che consente al nostro di trasformarsi da rozzo ignorante, che non riesce ad indovinare un congiuntivo, a un letterato che scrive con incredibile talento. La metamorfosi di Martin, avviene per gradi, il nostro eroe incontra il suo mentore Russ Brissenden alias Carlo Cecchi  e Maria, quella che diventerà per lui come una madre. Però è Brissenden il personaggio della sua svolta, con  la sua cinica saggezza, consegnerà a  Martin gli strumenti intellettivi per interpretare la realtà. Dunque Marcello intercala alle scene di finzione, ambientate nell’ottocento, immagini di repertorio tratti da numerosi archivi. Fondendo passato e  presente, che si sovrappongono continuamente nei passaggi tra una Napoli quanto mai contemporanea e le sequenze di repertorio in bianco e nero, in una miscela  alquanto ammaliante. Questa  elaborazione  del  regista  di un grande classico letterario, è  stata una straordinaria esperienza, positiva ed efficace, svolta con  grande maestria, grazie a un’ottima sceneggiatura, spina dorsale del film, realizzata da Maurizio Braucci e con un’interpretazione che è valsa la Coppa Volpi a Luca Marinelli, con un  montaggio  preciso e veloce. La fotografia e la scenografia sono,efficacemente e opportunamente, affidate a mani diverse per le parti in cui Martin è giovane e quelle in cui ha raggiunto l'età adulta. Pietro Marcello al Festival di Venezia ha presentato un’opera complessa e visionaria, piena di felici suggestioni.

 

 

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