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La signora dal cagnolino

Regia di Iosif Khejfits vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La signora dal cagnolino

di vermeverde
8 stelle

Ottimo adattamento di un bellissimo racconto di Cechov, in cui l’evoluzione dell’animo dei protagonisti conta più degli eventi esteriori.

Il film è la versione sullo schermo dell’omonimo bellissimo racconto di Anton Cechov pubblicato nel 1899 che mi ha sempre affascinato per il suo finale aperto, che obbliga il lettore a focalizzare non l’esito della vicenda, ma il nascere inatteso e lo svilupparsi dell’intenso sentimento che porta i protagonisti a prendere coscienza dei propri rapporti matrimoniali anaffettivi ed a cercare una soluzione, dubbiosa e incerta come la vita, alla loro relazione. 

Il film, sceneggiato dallo stesso regista russo Iosif Khejfits (per me sconosciuto), è fedele al senso del racconto cecoviano del quale evidenzia gli aspetti di malinconico lirismo e si sofferma particolarmente sui protagonisti esplorandone gli sguardi e le espressioni: il ritmo è, pertanto, pacato e, come nel racconto, non vi sono scene di intensa drammaticità. A differenza del racconto, ma che non ne snaturano il significato, tuttavia, sono presenti personaggi secondari che hanno lo scopo di sottolineare la differenza fra le classi dominanti, superficiali e compiaciute nei propri riti edonistici e del tutto indifferenti allo sfruttamento delle classi subalterne, umili e sottomesse.

Gli aspetti migliori del film sono l’eccellente interpretazione dei protagonisti, Ija S. Savvina quale Anna Sergeevna e Aleksej Batalov quale Dmitrij Gurov, sui quali è sostanzialmente costruita la pellicola e la cura della messa in scena con ricercate inquadrature di gusto pittorico che si avvale anche di un’ottima fotografia in bianconero di D. Meskhiyev e A. Moskvin: particolarmente suggestive alcune inquadrature della prima parte (a Yalta) e l’ultima, con una piccola finestra illuminata inquadrata fra due muri oscuri che simboleggia l’esile speranza dei due amanti oppressi dalle convenzioni sociali. Non del tutto soddisfacente, invece, la qualità della presa del suono.

In conclusione è un ottimo film rispettosamente fedele all’originale letterario che merita senz’altro la visione.

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