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Se mi vuoi bene

Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film

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La recensione su Se mi vuoi bene

di mm40
3 stelle

Un avvocato depresso fallisce un tentativo di suicidio e decide che d’ora in avanti la sua missione nella vita sarà di migliorare le esistenze dei suoi cari. Ma ogni suo sforzo sarà controproducente.

Di buone notizie ce ne sono e non poche, in questo Se mi vuoi bene: innanzitutto il fatto che Fausto Brizzi pare aver superato per una volta i limiti cinepanettoneschi del suo cinema, peraltro a pochi mesi di distanza dall’uscita del ridanciano Modalità aereo, privo di particolari attrattive; e poi non si possono comunque non rilevare evidenti meriti nella costruzione narrativa corale, che mette in piedi una storia dal discreto ritmo e dal cospicuo numero di personaggi, con un narratore centrale interpretato adeguatamente da Claudio Bisio. Ed eccoci alle note dolenti: Bisio che guarda in camera e racconta la sua vita, oltre a risultare francamente un po’ patetico e pertanto a sminuire i contenuti seri – si parla di depressione, di intenti suicidi – è anche una soluzione già stravista e noiosetta; l’idea poi di farlo astrarre dalla situazione reale in corso per girarsi verso lo spettatore e proporre i suoi estemporanei commentini distoglie l’attenzione dalla trama per proiettare il film su un piano demenziale, surreale che non ha davvero nulla a che fare con la storia e i suoi temi. La sceneggiatura di Brizzi e Marco Martani parte dal romanzo omonimo scritto dal regista; qualche limite si ritrova anche nella debolezza psicologica dei personaggi, seppure non si tratti di nulla di eccessivo, nulla di macchiettistico. Anche la scelta di infilare a forza un lieto fine sembra forzata, specie con la soluzione abusata del tirare in ballo tutti i protagonisti uno per uno e raccontarne l’evoluzione a distanza di tempo. Buoni interpreti, per ciò che offre il cinema nostrano nel 2019: oltre al citato Bisio, Maria Amelia Monti, Gianmarco Tognazzi, Flavio Insinna, Lucia Ocone, Dino Abbrescia, Valeria Fabrizi, Sergio Rubini, Elena Santarelli, Cochi Ponzoni e Memo Remigi. Buone notizie, si diceva in apertura, ma per fare qualcosa di buono e soprattutto per disimpegnarsi dagli stereotipi ridanciani e superficiali della contemporanea commedia brillante italiana ci vuole ancora di più. 3,5/10.

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