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Tre piani

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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La recensione su Tre piani

di diomede917
7 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917:TRE PIANI

 

È spiazzante il nuovo e attesissimo film di Nanni Moretti, film che il regista ha strenuamente difeso e protetto dalle tendenze che il Covid ha imposto al prodotto cinematografico e che atteso l’apertura dei cinema e del Festival di Cannes pur di collocarlo nella sua dimensione più natuarale.

È spiazzante perché è tutto e per tutto il film meno morettiano della sua filmografia. È il suo primo film tratto da un libro e per giunta un libro ambientato a Tel Aviv, è tendenzialmente un doppio adattamento più confacente a raccontare la famiglia borghese romana.

È spiazzante perché Nanni Moretti si perde nella letteratura di Eshkol Nevo e non solo fa il suo film meno morettiano, ma si avvicina a quel cinema del suo tanto odiato Haneke che dietro a una certa freddezza narrativa si nasconde una ferocia di fondo.

Ma paradossalmente questa cosa che in molti hanno vissuto come un tradimento a me ha profondamente turbato e affascinato perché i Tre Piani del titolo hanno a loro volta Tre Piani di lettura che riempiono a loro volta i 120 minuti di film. Un film che prende lo spettatore fin dalla prima scena che scatena il girotondo di anime che popolano la storia.

I Tre Piani sono quelli di un palazzo borghese dove vivono tre famiglie accumunate dalla tragedia che apre il film:

 

Vittorio e Dora integerrimi giudici del Terzo piano il cui figlio Andrea, in forte stato di ubriachezza, uccide una donna investendola e finendo con l’auto dentro lo studio della famiglia che abita al primo piano.

Lucio e Sara sono una coppia presa da loro stessi, dal loro lavoro al punto di affidare sistematicamente la loro figlia Francesca ad una coppia di anziani vicini di casa.

E poi c’è Monica del secondo piano, involontaria testimone dell’incidente che si trovava per strada da sola alla ricerca di un ospedale dove partorire la figlia mentre il marito Giorgio è fuori per lavoro.

Questo incidente farà partire 3 storie lunghe 10 anni che si dipaneranno su Tre Piani temporali di 5 anni.

Tre Storie che parlano di genitorialità, che ci dimostrano quanto è difficile il rapporto con i figli e soprattutto quanto è difficile il ruolo del genitore e quanto le sue scelte educative possano influire sull’equilibrio familiare e di coppia.

Vittorio e Dora devono decidere quale posizione prendere nei confronti di un figlio che con i suoi eccessi è andato ampiamente sotto delle loro altissime aspettative.

Lucio e Sara devono capire se il vicino di casa abbia o no abusato sessualmente della loro figlia e se per farlo devono usare l’istinto o il raziocinio.

Monica e Giorgio devono capire come crescere una figlia da famiglia separata dalle distanze del lavoro e soprattutto dalle distanze che l’assenza di un istinto genitoriale impone e che inevitabilmente può portare alla follia.

E i Tre Piani nascondono dentro di sé i tre piani della Personalità: Es, Io e Super-io.

La famiglia del primo piano è completamente dominata dall’istinto che porta a Lucio a far uscire fuori i suoi istinti più primitivi che avranno ripercussioni inevitabili nei 10 anni a seguire.

La famiglia del secondo piano è la normalità di facciata che nasconde in realtà molto dolore represso che sfocerà nel delirio.

La famiglia del Terzo Piano che dall’alto della sua superiorità culturale e morale soffocherà la personalità del suo appartenente più fragile.

Nell’arco delle due ore di film si avverte un certo senso di spaesamento di Nanni Moretti nei confronti di un film che è fuori dalle sue corde, ma lo fa con molto rispetto.

Ci mette davanti ad un film duro, forse un po’bacchettone e decisamente senza speranze ma lo fa tenendo la nostra attenzione sempre molto alta. La prima parte ci prende e ci sbatte addosso tutti i nostri difetti e fallimenti. Nanni Moretti picchiato come una furia dal figlio è devastante per senso della realtà, così come il delirante deragliamento di Alba Rohrwacher e Riccardo Scamarcio che interpretano Monica e Lucio.

Ma su tutti, come fu per Mia Madre, emerge una Margherita Buy perfetta nell’incarnare il cambiamento che in questi 10 anni hanno avuto i condomini di questo stabile decisamente molto instabile.

Voto 7,5

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