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Midsommar - Il villaggio dei dannati

Regia di Ari Aster vedi scheda film

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La recensione su Midsommar - Il villaggio dei dannati

di ilpanda
8 stelle

Deni ha appena subito un forte trauma: la madre e il padre sono stati uccisi dalla sorella bipolare. Il fidanzato Christian, studente magistrale come lei, stava quasi per lasciarla, spinto anche dai consigli degli amici, in particolare a causa dell’ansia e dell’instabilità emotiva della ragazza, ma dopo questa disavventura decide di invitarla ad un viaggio organizzato dai suoi amici in Svezia. Uno di loro sta scrivendo la tesi di laurea su una comunità svedese autoctona e isolata, dalle forti tradizioni, mentre uno è originario di quei luoghi. Quando si recheranno lì scopriranno un rituale di morte che li lascerà attoniti e un susseguirsi di eventi condurrà fino a un finale drammatico e sconvolgente.

“Misommar” parte con un incipit a dir poco meraviglioso: una e-mail scritta in modo un po’ inquietante, un dialogo con un fidanzato un po’ asettico, due genitori morti sul letto e una donna suicidata. E una bellissima immagine in un salotto tra il fidanzato consolatorio, una donna disperata e la neve che cade dietro. Pezzo dopo pezzo il regista compone una escalation di tensione che culmina con evento drammatico e una scena di disperazione di rara intensità.

Già qui si può intuire che il film non sarà un horror classico, quello da buio in sala e salti sulla sedia, per capirci, ma avremo la conferma strada facendo che si tratta di un altro genere di horror. Un horror onirico, psicologico, d’Autore, dove al posto del buio c’è il sole della campagna svedese in cui viene ambientata tutta la seconda parte del film, dove la tensione non è immediata e tangibile, ma è quasi totalmente d’atmosfera. Il regista si prende i suoi lunghi tempi per raccontare la comunità svedese dove vengono catapultati Deni, Christian e i suoi amici, ci fa entrare insieme a loro in quel mondo onirico e inebriante dalle regole ferree, dove non si può fare pipì sull’albero maestro (errore fatale a uno dei ragazzi), dove l’estraneo ha la funzione di elemento di sopravvivenza (e Christian si troverà a dover ingravidare una ragazza), dove l’adulto a 72 anni non serve più alla comunità ed è meglio che si autoelimini per il bene di tutti, in una delle scene più toste per lo spettatore.

Secondo me “Midsommar” è un capolavoro. E’ un capolavoro perché riesce a spiazzare lo spettatore, nel bene e nel male, perché ha il coraggio di prendersi i suoi tempi, perché ha un senso profondo, perché ha il coraggio di scene molto forti. Da ricordare quella succitata dell’accoppiamento tra Christian (Jack Reynor) e una ragazza, in presenza di parte della comunità femminile . L’attore ha dichiarato che finalmente in un film horror è la figura maschile a denudarsi (nudo integrale) e a subire le torture. Sono assolutamente d’accordo con lui.

Il finale è sorprendente, penso che sia abbastanza chiaro il sottotesto, molto bello, già riportato benissimo in altre recensioni – scritte con molta più perizia e competenza - qui sul sito. Voto (da 1 a 10): 8.

 

 

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