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Mangiati vivi!

Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film

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La recensione su Mangiati vivi!

di mm40
2 stelle

Un'americana parte alla volta del sud est asiatico, dove è data per dispersa da tempo la sorella, seguace di un santone. La donna si fa aiutare da un avventuriero per penetrare nella profonda giungla del luogo, colma di rischi e di insidie, non ultimi i cannibali che vi risiedono.

Fra un poliziottesco e un thriller, di tanto in tanto Lenzi assestava anche un horror; fra i migliori artigiani del cinema 'di genere' nostrano, il regista realizza però questo Mangiati vivi! con scarsità di mezzi, cosa dimostrata innanzitutto dal riciclo spudorato di vecchie scene girate per altre pellicole (Wikipedia segnala materiale preso a prestito da La montagna del dio cannibale, Sergio Martino 1978, e da Ultimo mondo cannibale, Ruggero Deodato 1977). Anche la trama - sceneggiatura firmata dallo stesso Lenzi - non è nulla di eccessivamente fantasioso, nonostante l'intrigante inizio; ben presto, trasferita la storia nella giungla, il ritmo rallenta e la tensione non si innalza mai più di tanto, venendo squarciata da qualche 'scena madre' neppure rifinita a dovere. Particolarmente impressionante, più ancora che i sacrifici umani e le doverose scene di cannibalismo, è la sequenza della scimmia mangiata viva da un enorme serpente; a ben guardare, però, non è affatto detto che sia materiale esplicitamente documentaristico, bensì potrebbe trattarsi di animali sedati e truccati appositamente per il set. D'altronde questo tipo di prodottini campava proprio di questi espedienti, degli effetti speciali e delle scene sensazionali; il grosso del lavoro stava nel predisporre in scena questi 'momenti forti' e il resto della trama veniva gestito in maniera decisamente blanda e approssimativa. Qui, oltrettutto, l'ampio utilizzo di trippa e sangue rosellino vanifica molti degli sforzi per impressionare il pubblico nelle sequenze più crude. Fra gli interpreti: Janet Agren, Ivan Rassimov, Robert Kerman, Paola Senatore, Me Me Lai (già presente ne Il paese del sesso selvaggio, sempre di Lenzi, 1972) e Mel Ferrer. 2,5/10.

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