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Tuttapposto

Regia di Gianni Costantino vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Tuttapposto

di axe
6 stelle

Nell'immaginaria cittadina di Borbona Sicula, la locale università è in mano ai Mancuso, una famiglia di professori che occupa le cattedre senza dover rendere conto ad alcuno, dal momento che il rettore, nominato da loro stessi, fa finta di ignorare malcostume ed illegalità dilagante. In un tale contesto, solo gli studenti raccomandati o disponibili ad accontentare i docenti, passano gli esami. Il protagonista di questo film è Roberto, il più raccomandato di tutti perchè figlio del rettore. L'incontro con una studentessa straniera, che crede nella meritocrazia, lo porta a comprendere quanto tutto ciò sia sbagliato. Allontanatosi da casa, perchè entrato in conflitto con il genitore, insieme ad alcuni compagni, scopre il sistema per sanare i vizi del corpo docente : sottoporli ad una valutazione, da esprimersi tramite un'App per dispositivi mobili. Vizi e fisime dei professori vengono allo scoperto, ed attirano l'attenzione del Ministro dell'Istruzione; pertanto i Mancuso sono costretti ad architettare contromisure, e, nell'immediato, modificare atteggiamento. Buona prestazione per Roberto Lipari, quale interprete dell'omonimo protagonista di una commedia intelligente ed attuale. L'interesse del regista Gianni Costantino cade su alcuni connotati della nostra società; per prima cosa, racconta, forse "caricando", ma, temo, non di molto, la realtà universitaria italiana, tratteggiandola dominata da "baroni", legati tra loro da vincoli familiari, i quali gestiscono le cattedre come fossero una loro proprietà privata, e popolata di studenti costretti a stare al gioco, si concretizzi esso in manie più o meno fastidiose, o vera e propria illegalità. Inoltre, il regista dà atto dell'enorme importanza che oggi hanno assunto i sistemi di valutazione basati sull'invio, più o meno anonimo, di recensioni, i quali hanno il grave difetto di essere facilmente manovrabili o da critici con secondi fini, o, peggio, dagli stessi creatori dello strumento, che ne detengono il controllo. Queste tematiche sono trattate con semplicità, previo innesto all'interno di una trama lineare ed agevole da seguire; tra gli attori, oltre Roberto Lipari, molto sponteaneo, apprezzabile Luca Zingaretti, nei panni del rettore padre di Roberto. Gli "anziani" sembrano cavarsela, comunque, meglio dei più giovani, un po' troppo prigionieri dei ruoli (il "rivoluzionario", il lecchino, etc.). Piacevole l'ambientazione, una ben tenuta località della Sicilia. Nonostante una messa in scena non indimenticabile, il film è molto gradevole, in grado di fare denuncia sociale con leggerezza e divertimento.

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