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I quattrocento colpi

Regia di François Truffaut vedi scheda film

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La recensione su I quattrocento colpi

di OGM
10 stelle

Crescere non significa forse saper scantonare, con astuzia e creatività, di fronte all'ottuso rigore dell'autorità educativa? E il guaio dell'età adulta non è forse la disgrazia di non saper più giocare con la vita come lei gioca con noi? E rispondere ai suoi tiri con una trasgressione cupa, priva di ogni leggerezza, e invece seria ed arrabbiata, che non diverte e si ritorce contro chi la pratica? Non si è più bambini quando lo scherzo colpisce come un piccolo delitto e la fuga prende i tratti del vagabondaggio, portandoci fuori dagli innocui contorni della fantasia infantile. Allora si perde anche il gusto di dedicarsi a ciò che bello, a favore del bisogno di coltivare ciò che è – o, perlomeno, sembra – utile. E il dolore cessa di essere un inconveniente da evitare, e diventa un momento indelebile a cui occorre dare un senso. Il regno dei sogni chiude i battenti, e il nuovo campo di battaglia è la realtà stessa, secondo regole non più da inventare in tutta libertà, bensì da scoprire a proprie spese. Il mondo esterno è governato dal principio del "do ut des", ed è ben diverso dall'involucro ovattato del nido familiare: fuori si deve rendere conto delle proprie azioni, guadagnarsi ciò che si riceve, ed abituarsi all'idea di non essere amati incondizionatamente. La ribellione dell'adolescente è una lotta contro tutti per conquistare la propria indipendenza; ma ciò che si incontra, al di là della breccia, è, anzitutto, lo sconforto di scoprirsi soli e invisi. "I 400 colpi" è il rovescio del classico romanzo di formazione; è un percorso segnato dagli errori, e dominato dalla mancanza di coscienza, da parte di chi non riesce ad imparare e di chi viene meno al dovere di insegnare. La storia del giovane Antoine inizia con un viaggio che approda nel nulla, perché mancano gli esempi da seguire e i maestri da ascoltare. Solo François Truffaut, con autobiografica partecipazione, accompagna il suo personaggio nella sua avventata e avventurosa corsa dentro l'universo dei "grandi", alla ricerca di un salto di qualità che si rivelerà un salto nel vuoto.

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