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Breakdown. La trappola

Regia di Jonathan Mostow vedi scheda film

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Dom Cobb

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Breakdown. La trappola

di Dom Cobb
8 stelle

"Breakdown" è un film fieramente vecchia maniera. Uno di quei thriller, cioè, vecchio stampo che svolgono egregiamente il loro ruolo di tenere sulle spine lo spettatore. L'incipit appare abbastanza semplice, lineare: Jeff (Kurt Russell) e sua moglie Amy (Kathleen Quinlan) restano in panne con la loro auto proprio nel mezzo del nulla, nel pieno del deserto del Nevada. I due si fanno aiutare da un camionista apparentemente gentile - J.T. Walsh - che da un passaggio alla moglie di Russell fino al più vicino telefono. Quando Jeff riesce a far ripartire l'auto, si accorge che Amy è svanita nel nulla, senza lasciare tracce: nessuno sembra averla vista, la polizia locale lo tratta con apparente sufficienza ed addirittura lo stesso camionista che l'aveva caricata a bordo finge di non riconoscere nè lui nè tantomeno la moglie scomparsa. Ha inizio così il thriller vero e proprio, attraverso il quale seguiamo la disperazione del personaggio di Kurt Russell. La sceneggiatura ha il pregio di essere secca e spigliata, garantendo alla vicenda una progressione ed un ritmo incalzanti: ne esce una ricerca della verità a rotta di collo, tra inseguimenti in auto (il film ne contiene un paio degni di nota), sparatorie e, soprattutto, molta tensione. Anche l'ambientazione lungo le strade desertiche e polverose del Nevada aggiunge ulteriore senso di smarrimento ed allarmismo nel protagonista, un Kurt Russell assolutamente in parte nel ruolo dell'uomo comune alle prese con una situazione drammatica, del "cittadino" che si trova ad avere a che fare con campagnoli rozzi e violenti. A capo della banda di rapitori c'è J.T. Walsh, caratterista d'esperienza purtroppo venuto a mancare poco tempo dopo aver girato questo film (gli sarebbe stato dedicato alla memoria il suo ultimo film girato: "Il Negoziatore"). Walsh riesce a delineare la figura di un sequestratore spietato ed assassino, il quale si nasconde benissimo dietro alla facciata di buon padre di famiglia che torna a casa atteso dalla moglie e dal figlio: un tranquillo ritratto familiare, mentre le sue vittime sono richiuse nella cella frigorifera dentro al capanno degli attrezzi. Il regista Jonathan Mostow si dimostra un professionista in grado di saper costruire tensione e dare giusto dinamismo alle scene d'azione (difatti, nel corso degli anni successivi, avrebbe diretto il bellico "U-571" e l'action "Terminator 3"). Mostow già all'inizio del film instilla questo senso di tensione, di minaccia incombente, attraverso la frenata con l'auto di Kurt Russell per schivare un altro pick-up apparso all'improvviso: una sequenza che spezza fin da subito l'apparente tranquillità del viaggio della coppia. Tra le scene più riuscite vi sono i già citati inseguimenti in auto, di cui il primo vede Kurt Russell lanciarsi con il proprio fuoristrada dentro al letto di un fiume. Il secondo inseguimento, con esplosioni e mezzi rovesciati in corsa, si conclude con il tesissimo finale sul ponte, con J.T. Walsh che, con il proprio camion, schiaccia il furgoncino dei due protagonisti nel tentativo di farli precipitare dal ponte stesso: un duello tra le lamiere. Tutti gli stunt appaiono molto realistici, perchè girati dal vero, da stuntmen senza la'usilio della computer grafica (ecco un altro motivo per cui ho definito "Breakdown" un film fieramente vecchia scuola). La produzione è del "vecchio leone" del cinema Dino De Laurentiis. Forse "Breakdown" resta un film non particolarmente conosciuto dal grande pubblico, per questo merita di essere riscoperto.

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