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L'angelo della vendetta

Regia di Abel Ferrara vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'angelo della vendetta

di hallorann
8 stelle

Stando al titolo originale, la chiave di tutto e di svolta sta in una pistola calibro 45. Oggetto che nelle mani della protagonista diventa lo strumento di giustizia immediato. In questa terza pellicola di Abel Ferrara, scritta da Nicholas St. John, c’è qualcosa di sacro e profano, come nella maggior parte delle opere dei due. E anche le musiche nevrotiche e bipolari del fedele Joe Delia seguono la parabola morale della pellicola. Thana (diminutivo di Thanatos?) è una sarta che lavora in una sartoria di un atelier. Siamo in una New York che pullula violenza, aggressività, sporcizia, disordine. Thana (Zoe Lund Tamerlis straordinaria) è sordomuta e sembra una suorina laica, nel vestire e nel muoversi. In una stessa giornata viene violata da uno stupratore di strada (interpretato dal regista stesso) e dopo da un ladro introdottosi nel suo appartamento. Nell’attimo in cui lui gode riesce ad ucciderlo. Lo taglia a pezzi e si libera del cadavere (conservato in buste di plastica nel frigo). Sotto shock qualcosa cambia in lei. A lavoro non è più la stessa, commette errori, cuce meno, si assenta. E soprattutto continua ad isolarsi nel suo mondo silenzioso e diffidente. La vicina di casa, nonché padrona del suo appartamento (Nasoni, l’humour nero dello script), le sta addosso con la sua curiosità pettegola e invasiva. Thana frequenta le colleghe di sartoria. Dissemina i pezzi di cadavere per le strade di città, insozzando una metropoli e un quartiere già infestati. Uno di questi rilasci casuali le attira un altro uomo infoiato, che uccide. La spirale di violenza si innesca e da qui diventa il titolo italiano “L’angelo della vendetta”. Thana si trasforma: si trucca, cambia look, si fa attraente, esalta le sue labbra carnose con il rossetto e va a caccia di tentazioni e di occasioni per giustiziare chi le ha fatto male - gli uomini. Una sorta di conversione al contrario viene messa in atto dalla protagonista. La festa in maschera in cui si traveste da suora è l’apoteosi filmica ed è la scena emblematica per assistere alla parabola finale di Thana. Fermata da una collega, non spara, sussurra col labiale sister e muore.

 

Fine di una serial killer? No, non è così banale “Ms. 45”. Non è una versione aggiornata e rovesciata di “Taxi Driver”. E’ la rappresentazione di una iniziazione, un rito, un sacrificio in un mondo senza Dio e senza giustizia, se non strettamente personale, men che meno divina.

 

“Scritto e diretto da due uomini è un film sul masochismo maschile messo a segno dal sadismo femminile in un processo inalienabile alle radici del bisogno di violenza nella sessualità”. St. John disse: “Nessuno ha discusso il fatto che Thana è muta, accidenti! La frustrazione e la violenza avvengono intorno a questa mancanza di comunicazione”. Forse è semplicemente tutto qui.

 

locandina

L'angelo della vendetta (1981): locandina

 

Zoe Tamerlis, Peter Yellen

L'angelo della vendetta (1981): Zoe Tamerlis, Peter Yellen

 

Zoe Tamerlis, Steve Singer

L'angelo della vendetta (1981): Zoe Tamerlis, Steve Singer

 

 

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