Regia di John Carpenter vedi scheda film
Con Interceptor – Il guerriero della strada, il film che ha imposto al mondo l'immaginario post apocalittico tutt'ora egemone. Se nell'opera di Miller la distruzione era fisica (come concretizzazione della minaccia nucleare) qui è sociale e politica: il degrado urbano dell'era del capitalismo raggiunge un livello tale da spingere il governo a creare una vera e propria città prigione in quella che una volta era la sede centrale del potere finanziario. New York va a rappresentare così una sorta di Sodoma 2.0, in cui il caos e la depravazione diventano al contempo simbolo della perdita dei valori dell'occidente ed ultimo rifugio possibile per la libertà in un mondo strangolato dalla paura e dallo strapotere di istituzioni fantasma: è l'amplificazione parossistica (ma per certi versi naturale) de I guerrieri della notte, in cui lo Stato, invece di combattere il crimine, ha preferito chiuderlo in un recinto. La missione viene spiegata brevemente e senza equivoci: a nessuno frega nulla del presidente se non in funzione del fatto che debba partecipare ad una conferenza che potrebbe decidere il destino del mondo, e comunque la sua vita non vale quanto il nastro che porta con sé. Da lì in poi l'azione è serrata ed inesorabile, una corsa contro il tempo tesa, in cui ci si affeziona a personaggi che verranno trucidarti senza pietà, e costellata di situazioni limite nelle quali sembra possa sopravvivere soltanto l'inossidabile protagonista (che però tutti davano per morto...). Ma Snake Plissken non è solo un monolitico antieroe in grado di cavarsela nei momenti peggiori: è un personaggio che proviene dritto dai migliori film di Peckinpah. E come la banda de Il mucchio selvaggio che va incontro ad una fine certa (ed inutile) perché è giusto tentare di salvare il proprio compagno prigioniero, lui al presidente che ha appena salvato pone una domanda che ha un unico significato:"che razza di uomo sei?", e quando la risposta arriva, la decisione che prende esprime un giudizio secco e spietato: il resto del mondo non è migliore della feccia di New York.
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