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Where's My Roy Cohn?

Regia di Matt Tyrnauer vedi scheda film

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La recensione su Where's My Roy Cohn?

di gaiart
7 stelle

Chi avrebbe mai detto che un avvocato di grido come Roy Cohn che diviene General Attorney negli Stati Uniti, l'equivalente del nostro ministro della giustizia, potesse tenere in camera una raccolta sterminata di ranocchi giganti a forma di pupazzo e infinite mensole di piccole rane di tutte le forme e colori?

Chi avrebbe mai detto che un avvocato di grido come Roy Cohn che diviene General Attorney negli Stati Uniti, l'equivalente del nostro ministro della giustizia, potesse tenere in camera una raccolta sterminata di ranocchi giganti a forma di pupazzo e infinite mensole di piccole rane di tutte le forme e colori? Il titolo del documentario, Dov'è il mio Roy? non è apertamente spiegato nel film, ma con una breve ricerca e l'aiuto diretto del regista si scopre che è una frase pronunciata da Trump che inizlamente era stato difeso da Cohn. Merito di questo film è l'identificare l'uomo pubblico senza scrupoli e morale, disposto a tutto per avere potere e gestirlo, con l'essere privato che ha uno specchio enorme sul soffitto del letto, dorme con piu cani si attornia di rancocchi giganti tipo muppet show e deve fare sesso ogni giorno, creando una fantastica e surrelale dicotomia la stessa che cingeva la personalità di questo uomo affascinante e cattivo, dolce e violento, falso ipocrita, ma affetuoso con gli amici, pur profondamente disonesto. Poi con l'avvento del disvelamento della sua omosessualità finoa quel momento celata e la malattia del secolo cioè l'aids, il dolce trump gli ha dato il ben servito e con lui tutte le persone influenti che fino al suo ultimo complenno lo avevano usato mentre a queta cena formale dopo le dichiarazioni sulla sua malattia non si è presentato nessuno Ben strutturato per suspence, musiche e inserti di giornali trasmissioni radiofoniche e televisive

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