Regia di Lars Klevberg vedi scheda film
Lontanissimo dall'originale, il film ha il pregio di una propria autonomia, anche di genere. Per l'esattezza, "La bambola assassina" pare a tratti un creep-fantasy alla Stranger Things. Pregio o difetto? Sicuramente, quando l'horror esplode, spazza via ogni dubbio regalando un finale pieno di sangue e idee.
Peccato che questo horrorucolo di ottantasei minuti ci metta davvero tanto a ingranare la marcia. Appesantito poi da siparietti comici mal congegnati (il passaggio di mano della "testa" del cadavere) e da un umore che troppo spesso si allontana dall'horror, si solleva solo nella parte finale.
Un remake che vive con l'urgenza di soddisfare una molteplicità di esigenze, prime tra tutte la strizzata d'occhio agli anni '80 e l'adesione al film originale in convivenza con l'aggiornamento tecnologico (la stretta connessione tra il bambolotto e la sua app). Sarà perché già il film del 1988 non era questo capolavoro (nonostante rimanga un cult della mia infanzia che conservo nel cuore), sarà perché in giro si vede troppo di peggio per dargli un pollice verso pieno, ma "La bambola assassina" alla stiracchiata sufficienza ci arriva. Complici anche alcune ottime trovate nel finale: gli orsacchiotti, gli elicotteri e un truce sgozzamento.
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