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Boogie Nights. L'altra Hollywood

Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film

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La recensione su Boogie Nights. L'altra Hollywood

di rocky85
8 stelle

A ventisette anni, dopo l'esordio con il minimalista Sydney (1996), Paul Thomas Anderson scrive e dirige Boogie Nights - L'altra Hollywood, film con il quale viene fuori tutto il talento di un autore che diventerà tra i più importanti del cinema americano contemporaneo. Boogie Nights racconta l'ascesa e la caduta di un divo del porno, tal Dirk Diggler (Mark Wahlberg), a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, e con lui la parabola di un mondo, quello dell'industria pornografica. Dirk viene scoperto dal regista Jack Horner (Burt Reynolds), il quale lo introduce nella sua allegra e scombinata famiglia allargata, composta da attori e attrici, da fonici, registi e produttori. L'iniziale periodo di creatività, felicità e ricchezza economica dovrà fare i conti con il declino degli anni Ottanta, squallido inferno segnato dalla cocaina, dall'eroina e dalle marchette, che coinvolgerà tutto il gruppo di Horner. Paul Thomas Anderson dirige un affresco complesso, bello e appassionante su un'ambiente buio e poco esplorato dal mondo del cinema. Ispirandosi a Scorsese e ad Altman per il montaggio adrenalico (con una scelta coerente della colonna sonora ad accompagnare la storia) e per la coralità del racconto, Anderson mostra già un talento cinematografico notevole, con l'utilizzo di piani-sequenza (quello iniziale è memorabile) e di carrellate infinite e appassiona lo spettatore per due ore e mezza senza annoiarlo mai. Inoltre descrive con affetto, ironia e cinismo una galleria di personaggi che va dal giovane e instabile Dirk (figura ispirata non ufficialmente a quella del leggendario attore pornografico John Holmes), ragazzo semplice e mediocre che si trova improvvisamente scaraventato in un mondo che lo idolatra per il suo unico talento, alla figura materna e protettiva dell'attrice cocainomane Amber (Julianne Moore), dall'attore di colore Buck che si veste come un cowboy e adora il country (Don Cheadle) alla disinibita Rollergil (Heather Graham), dall'aiuto regista Little Bill tradito ripetutamente dalla moglie (William H. Macy) al represso Scotty (Philip Seymour Hoffman). Altra dote fondamentale di Anderson è quella di saper dirigere gli attori in modo perfetto, lasciando loro esprimere il meglio di sé. Insomma, Boogie Nights è un film importante, un anticipo dell'ambizioso e potente modo di intendere il cinema del suo regista e sceneggiatore. Alternando umorismo e amarezza, e con un finale che riporta tutto (o quasi) al punto di partenza. Solo nell'ultima inquadratura, Anderson rinuncia al pudore con il quale aveva evitato di soffermarsi sui particolari dell'hard, e mostra attraverso uno specchio il membro di Dirk, decantato per tutto il film ma mai fatto vedere fino ad allora. E lui a ripetersi: "Sono una stella, sono una stella cazzo". Fine e titoli di coda sulle note di Livin' Thing della Electric Light Orchestra.

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