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Full Monty - Squattrinati organizzati

Regia di Peter Cattaneo vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Full Monty - Squattrinati organizzati

di axe
7 stelle

Negli anni '80, le industrie siderurgiche che davano lavoro e prosperità a molti cittadini di Sheffield, in Inghilterra, conobbero un periodo di crisi. A causa di ciò, la città si trovò inondata di disoccupati. Il film racconta la storia di alcuni tra essi, i quali, benchè alle prese con i problemi più disparati, organizzano uno spettacolo di strip-tease. Commedia agrodolce, tratta temi di forte interesse ed indiscutibile attualità. I protagonisti del film non hanno più lavoro e non per loro demerito; ciò li conduce ad uno strato di estrema prostrazione e vulnerabilità. L'aver perso la sicurezza di un posto di lavoro li rende incapaci di provvedere al sostentamento delle loro famiglie; si sentono menomati nel loro "essere maschi", inadeguati rispetto alle loro stesse mogli e compagne, le quali fanno parte di una società femminile in piena emancipazione. Le donne della città si recano in gruppo a divertirsi nei locali di strip-tease - da ciò l'ispirazione per Gaz, la "mente" del gruppo - mentre gli uomini passano le giornate a rodersi il fegato e dibattersi nella propria disperazione. La scelta di esibirsi, per i sei personaggi, esprime una volontà di rinascita, di scrollarsi di dosso, insieme alle inibizioni, le insicurezze che impediscono loro di tornare competitivi nel gioco della vita, di riconciliarsi con la società. Tra i personaggi, è di rilievo Gaz (Robert Carlyle), un "trascinatore", poichè, tra tutti, inizialmente, il più motivato. Gli occorre urgentemente del denaro per poter pagare gli alimenti alla moglie - che lo ha lasciato in favore di un altro uomo - pena la perdita dell'affidamento congiunto del figlio Nathan, cui è molto affezionato. Il bambino sembra ben comprendere la situazione; benchè consapevole della misera condizione economica e morale del padre, lo asseconda e lo incoraggia. Altro personaggio importante è Dave, una buona forchetta ... ed una "pancia" notevole. La scelta di esibire il fisico non è facile, ma infine trova il coraggio. Ulteriore figura d'interesse è Gerald. Più anziano degli altri, non è un operaio, bensì un ex-capo-reparto; per il "colletto bianco" il licenziamento è stato un evento ancor più drammatico, poichè è abituato ad un alto tenore di vita che può più sostenere. Tenta di salvare le apparenze, nascondendo, pateticamente, l'evento alla moglie, la quale continua ad utilizzare con estrema disinvoltura la carta di credito ... fino all'arrivo dell'ufficiale giudiziario ! Gerald è inizialmente restìo a mischiarsi con la "plebaglia operaia", ma si rende ben presto conto che le gerarchie aziendali hanno cessato di esistere. Pertanto sceglie di collaborare, come "performer" e coreografo. Il ritmo del film è costante; il regista segue i personaggi nelle loro disavventure quotidiane, fino al momento della "riscossa". Ottima la colonna sonora, basata su brani pop e discomusic, alcuni dei quali già celebri, altri rilanciati da quest'opera. Estremamente evocativa è l'ambientazione. Le telecamere si muovono tra panorami urbani di desolazione. Stabilimenti dismessi, strade sporche, abbandono dilagante, un ufficio di collocamento pieno di gente disperata, attestano la decadenza della città in seguito alle chiusura degli impianti produttivi. Il registra è molto bravo nel tratteggiare lo spaccato di una società in crisi, economica e morale. A questa magistrale ricostruzione non è collegata un'indagine circa la possibile via d'uscita dai drammi umani tragicomicamente rappresentati; pur riconoscendo la valenza catartica dello spettacolo, è difficile credere che con esso i personaggi abbiano potuto risolvere i loro problemi, sorti in conseguenza di scelte di politica interna inglese, sulle quali l'autore non approfondisce. Penso a "Full Monty" come opera votata all'intrattenimento, in virtù dei molti siparietti nei quali sono coinvolti i personaggi; della loro espressività; della colonna sonora. Ma il regista non rinuncia a far riflettere, intrecciando tutto ciò a reali situazioni di disagio sociale e personale. Vidi questo film per la prima volta al cinema, negli anni '90; poi non ne ebbi più occasione, benchè ne abbia ascoltato spesso la colonna sonora. Mi era piaciuto all'epoca, l'ho rivisto ora con molto piacere.

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