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L'uomo senza gravità

Regia di Marco Bonfanti vedi scheda film

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La recensione su L'uomo senza gravità

di silviodifede
7 stelle

Il film inizia ottimimamente, ha un bel finale ma si lascia andare in una fase centrale non all'altezza che rovina in parte il giudizio.

La sensazione che ho avuto guardando questo film è che chi lo ha scritto abbia avuto una grande idea di partenza, che abbia avuto chiaro l'idea su come dovesse concludersi la storia, ma non avesse chiaro in mente lo sviluppo centrale, perdendosi così in un già visto che intiepidisce in parte la soddisfazione della visione.

Perché il film ha momenti molto interessanti, anche molto belli, specialmente quando intraprende un tono surreale e favolistico, mentre c'è un certo tracollo nella fase più matura del film.

 

Si parte davvero molto bene, tutta la parte in cui il protagonista è bambino è scritta in maniera splendida, con un tatto notevole e descrivendo la sua vita con tratti da vera favola: quando un film è scritto bene, pur essendo adulti e vaccinati anche il tono favolistico (proprio a contrastare con la crudeltà della realtà) finisce per piacere molto. Tutta la prima parte, per quanto in apparenza leggerissima, ha la forza di entrare nell'animo dello spettatore e tutto scorre benissimo.

 

Di colpo poi il film ha un cedimento di schianto, tutta la fase centrale è troppo risaputa per convincere: il protagonista Oscar diventa un fenomeno da baraccone con uno spettacolino da niente che però lo porta ad avere successo, con a fianco un manager che sà tanto di Gatto e Volpe di Pinocchio in un solo uomo. Qua c'è un tentativo anche di critica ai media attuali (vedi il servizio tv totalmente distorto sull'infanzia del protagonista), ma risulta fiacco, al film manca la giusta incisività ed è un insieme di situazioni viste e straviste. Paradossalmente per la trama del film, il volto stranito di Germano (comunque non malaccio neanche in questa fase centrale) può poco per "risollevare" le cose.

 

Quando inizia a sorgere un po' di rammarico, ecco che il film ha una terza faccia, perché Oscar lascia il proprio manager (non vi anticipo come) e ritrova una dimensione in piccolo e il film torna a essere interessante, torna anche a coinvolgere a livello emotivo e ha un bel finale, che evita situazioni spettacolari e ritrova quell'atmosfera per certi versi eterea del film.

 

E' sicuramente un bel lavoro e va premiato, in particolare se si pensa al livello medio del cinema italiano, ma è un peccato che la fase centrale non sia così forte perché sarebbe stato bello assegnare a questo film un voto più alto.

 

Voto: 7

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