Regia di Aurelio Grimaldi vedi scheda film
Film tanto ambizioso quanto malriuscito al punto da essere ormai (giustamente) considerato uno Scult.
Aurelio Grimaldi, del quale non ho visto nessun altro film, dimostra qui di possedere senso estetico e buona padronanza del mezzo tecnico, con inquadrature mai scontate. Sfortunatamente le buone notizie finiscono qui, perché soggetto e sceneggiatura sono di serie B, il macellaio in questione è in pratica un orso bruno travestito da essere umano, e la recitazione (di tutti) è tanto falsa quanto il corpo pneumatico della Parietti. E pur senza voler considerare assurdità di copione (tipo: come fa il macellaio a sapere dove abita una sua cliente?), v'è per l'intera durata della pellicola una forzata, indefessa ricerca del marchio d'autore -manco si trattasse di una forma di Parmigiano Reggiano- che alla lunga stanca. Il finale poi vorrebbe essere puro genio, con marito che dirige l'orchestra a Odessa e moglie che si fa contemporaneamente montare dal macellaio a Palermo, ma risulta invece un unisono tanto ambizioso quanto banale.
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