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Men in Black International

Regia di F. Gary Gray vedi scheda film

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La recensione su Men in Black International

di YellowBastard
5 stelle

Un ritorno fin troppo tiepido e poco coraggioso, privo di qualsiasi stimolo e mordente, incapace di approcciarsi in un modo nuovo e moderno in quanto ancora troppo ancorato a un modello di successo del passato.

 

Credo che, ancora una volta, il voler andare troppo sul sicuro abbia giocato un brutto scherzo all'industria hollywoodiana, e nel tentativo di ricalcare/ricopiare pedissequamente un successo del passato hanno erroneamente contribuito a ripropporre invece  proprio quegli elementi e quelle situazioni che già avevano contribuito al parziale insuccesso delle pellicole passate, fino al definitivo abbandono di un franchise che non riusciva più a ritrovare il gradimento del pubblico.

Perchè se la prima pellicola dei MIB si può tranquillamente configurare come un successo, in realtà lo stesso non si può dire delle successive pellicole, se non economicamente almeno riguardo all'effetiva riuscita "artistica" delle stesse, e che già allora mostravano il fianco a tutta una serie di ripetizioni, reiterazioni e riproposizioni sempre degli stessi elementi e situazioni, oltre che di personaggi, senza però aggiungervi niente di veramente nuovo. Ovvero già allora si cercava di ricalcarne il successo senza però sforzarsi più di tanto.

 

Questo nuovo film presenta esattamente quegli stessi identici errori, oltre a uno scenario e a una estetica prettamente anni'90 ormai non più riproponibile ad oggi (non senza degli adeguati aggiustamenti), in quanto ormai troppo datati (e questo nonostante il film originale giocasse moltissimo con un'estetica "vintage" da fantascienza anni '50 o '60) o incoerenti con i cambiamenti estetici e letterari avvenuti cinematograficamente in questi ultimi anni.

Il risultato è un film troppo anni'90 con i relativi pregi e, soprattutto, difetti, eccessivamente datato sia esteticamente che stilisticamente, troppo legato concettualmente alle pellicole originali, a cui si aggiunge l'errore di una coppia di protagonisti solo in parte centrati, relegando il probabile protagonista al ruolo di semplice spalla (Hemsworth) e consegnando invece le chiavi del film a un personaggio "politicamente corretto" (e che più corretto non si può) ma eccessivamente pedante e quindi perfino antipatico a volte, anche se non è molto chiaro quanto questo sia da imputare alla sua interprete o alla scrittura del personaggio, cosa che non ne aiuta l'identificazione con il pubblico.

 

Se a questo si aggiunge tutte le problematiche relative alla produzione del film, segno dei problemi nati nel trovare la quadra della situazione, il risultato non è nemmeno dei peggiori, ma è forte l'impressione di un film uscito troppo tardi e quindi fuori tempo massimo, e che ha a suo vantaggio soltanto il ricordo nostalgico e celebrativo, se vogliamo, di un successo di ormai troppi anni fa.

  

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