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Avengers: Endgame

Regia di Anthony Russo, Joe Russo vedi scheda film

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La recensione su Avengers: Endgame

di Antisistema
3 stelle

L'universo cinematografico Marvel, passerà alla storia per essere stato il primo a portare per oltre 10 anni e per così tanti film, un approccio seriale al cinema, dove ogni tessera del puzzle è strettamente interconnessa e mano a mano che si va avanti, la visione di ogni singolo film è assolutamente indispensabile per poter fruire del film successivo, specie se la pellicola ha ad oggetto l'incontro di vari supereroi al proprio interno.

Non amo particolarmente tale concezione narrativa, anche perché non mi piacciono le serie tv e quando vedo un film, vorrei qualcosa di autoconslusivo possibilmente.

Avengers Endgame dei fratelli Russo (2019) é la pellicola conclusiva di oltre 10 anni di film, che a suon di incassi e recensioni positive della critica, si sono conquistate un posto di rilievo come fenomeno cinematografico.

 

Mark Ruffalo

Avengers: Endgame (2019): Mark Ruffalo

 

Endgame già dal titolo vuole porre un punto fermo indelebile, una stazione ferroviaria che consenta a chiunque voglia di scendere dal treno dopo tanti anni, questa è l'unica cosa decente di una pellicola che conclude il dittico con il film precedente Avengers : Infinity War (2018), poiché mi fa approfittare di tale possibilità, visto che per il resto il film è un cesso inguardabile. Tutto ciò che il claudicante Infinity War aveva seminato tra tante difficoltà nel corso della sua durata, Endgame lo dissipa in malo modo con trovate di sceneggiatura telefonate, senza senso e superficiali, dove le tre ore di durata non servono ad approdare nulla, ma solo a correre all'impazzata verso il (mediocre) battaglione finale.

 

scena

Avengers: Endgame (2019): scena

 

Per arrivare al terzo atto, bisogna però affrontare i due primi atti, la cui costruzione delle fondamenta è fallace, con il risultato di far crollare l'edificio nel finale, viste le premesse mancanti o deboli preparate in precedenza. Dopo 20 minuti di film abbiano un colpo di scena che elimina tutte le certezze e ci pone innanzi all'ineluttabilità dell'azione compiuta da Thanos. Gli Avengers hanno fallito e non si può porre alcun rimedio; l'unico modo quindi e guardare avanti verso un futuro incerto, ma necessario per riplasmare nuovamente sè stessi; purtroppo qua i Russo (o la produzione?) se la fanno sotto e da qui cominciano i numerosi problemi.
I personaggi che più ne risentono in negativo, sono di certo Hulk e Thor; il primo già abbastanza umiliato in Infinity War, qua subisce una trasformazione totalmente fuori campo che gli fa perdere tutta la carica rabbiosa e distruttiva tipica del personaggio, mentre il secondo aveva trovato nella pellicola precedente finalmente una consacrazione epico-cavalleresca, che qui viene totalmente rinnegata per una pseudo analisi di una crisi depressiva post Thanos, buttata totalmente in caciara per cercare gag forzate. La panza da birra in cui viene confinato Thor è una prigione non-fisica (non ha conseguenze nei combattimenti), ma anche di intenti, visto che all'ennesima battuta sulla birra capisci che tale personaggio reciterà tale farsa per tre ore di film, senza avere alcuna presa di coscienza sul suo fallimento come Dio del Tuono, perchè Thor non ha neanche una presa di coscienza depressivo-fancazzista della sua figura smitizzata. Hulk e Thor quindi sarebbero più adatti ad un film parodia-autoirionica (l'ironia che appartiene solo ai grandi però) vista la loro condizione, un regista che avesse la consapevolezza che l'atteggiamento comico dei personaggi deriva dal fatto che è in primis la vita ad essere comica (come nei film del grande Blake Edwards) dietro l'assurdità dei tali situazioni ne avrebbe fatto emergere il malessere celato, invece i Russo la buttano subito sul demenziale, una strada facile e per il pubblico bocca buona per lo più, dimostrando di non saper gestire tali due personaggi.
Sia Hulk che Thor quindi dalla loro caduta non troveranno alcuna redenzione o riscatto personale, venendo condannati ad essere delle macchiette ridicole che ormai sono totalmente alla frutta e senza alcuna possibilità di ripresa futura. Qualcuno parlerà di decostruzione di tali due personaggi, ma come si può decostruire se in precedenza Hulk e Thor non sono stati affatto costruiti? Non si può ed infatti sono dei meri dispensatori di gag di bassa lega ad uso e consumo del becerume totale.

Scarlett Johansson

Avengers: Endgame (2019): Scarlett Johansson

 

Ho voluto prendere ad esempio tali due personaggi, poichè rappresentano appieno i problemi di Endgame, film in cui manca il dramma e il senso di sconfitta totale che aleggiava dopo il finale di Infinity War; tanto che ogni momento più cupo o riflessivo, poco dopo subito viene stemperato da una battuta o situazione comica (o pseudo tale); come può trovare la giusta gravitas ed avere un minimo di peso drammatico una missione dal cui successo dipende la salvezza degli esseri viventi? Non può, ed infatti l'immagine non trova mai il proprio tono ed il climax di Infinity War si disperde totalmente in un secondo atto confusionario e che per oltre un'ora il film diventa nella sua fase centrale un enorme fanservice ad uso e consumo dei fan di ognuno dei film precedenti dell'universo Marvel, perdendo di strada ogni evoluzione dei suoi personaggi e mancando di ogni minima costruzione della suspense.

 

scena

Avengers: Endgame (2019): scena

 

Purtroppo in Endgame manca il punto di forza del precedente film; Thanos, qua ridotto ad un banale cattivone che ha perso tutta la sua carica di tragicità umana che lo aveva caratterizzato sino ad ora. Il Thanos che abbiamo amato nella sua distorta imparzialità e nella sua concezione nichilista, che si era auto-investito di una missione genocida degna di un Dio-distruttore, qua purtroppo è scomparso per lasciar spazio ad un personaggio monodimensionale, come tutti gli altri del resto.
Alla volontà genocida di Thanos, una soluzione estrema ma allo stato attuale unica possibile per preservare un equilibrio (cosa che in questo film si perde del tutto per diventare un mero cattivone come gli altri), non si contrappone alcuna volontà di vivere da parte dei personaggi, i quali sono costantemente proiettati al passato (Scarlett Johanson in primis che un passato non lo ha mai avuto) o alla preservazione dello status quo borghese (Iron-man) e non al futuro, ed un essere vivente che dopo 5 anni pensa solo esclusivamente al passato è un essere morto ed ammuffito.
Così si giunge ad uno scialbo terzo atto che poggia solo su spottoni proto femministi di stampo democratico forzati ed imbarazzanti, deus ex-machina (Capitan Marvel potrebbe risolvere tutto in 10 minuti, ma viene sempre tenuta fuori dall'azione) e di mazzate a gogo riprese senza uno sguardo d'insieme o un cuore che tenga unito il tutto; ai Russo basta inquadrare Iron man, Capitan America o Thor, per raggruppare il gran numero di supereroi in tre personaggi, così facendo il resto degli Avengers diventano mera tappezzeria. Thanos viene ovviamente sconfitto, ma solo per le mazzate altrui, non di certo perché la sua soluzione sia stata messa in discussione a favore di altre alternative. Il pianeta Terra andrà incontro quindi ad una penuria di risorse per via del sovrappopolamento, ma ciò poco importa visto che tale scelta c'è stata auto-imposta dagli Avengers senza che il resto dell'umanità abbia una benchè minima voce in capitolo.

 

Paul Rudd

Avengers: Endgame (2019): Paul Rudd

 

D'altronde la regia dei Russo è televisiva come non mai, visto che si eclissa nel mare della verbosita' dei primi due atti per lasciarsi andare ad un solo campo lungo per tutto il film due registi non confezionano alcuna sequenza memorabile, né riescono a dare una Potenza narrativa all'immagine, non dirigono le scene d'azione in modo chiaro e preciso (e dire che secondo i fan, erano la loro specialità), tanto che nel terzo atto sembra di assistere ad una rissa di football americano con sfondi inestistenti poiché è tutto green screen scialbo e virato su toni scuri, come a dare una parvenza di scontro serio ed apocalittico; ma una paletta cromatica mediocre non può dare un tono ad un'immagine costantemente picconata dalle battute idiote, poco spontanee e reiterate all'inverosimile da parte dei personaggi.

 

Chris Evans

Avengers: Endgame (2019): Chris Evans

 

Il film è un disastro totale capace di dissipare le cose buone di Infinity War, per fare spazio a momenti telefonati, espedienti da prima elementare e buchi di sceneggiatura a profusione.

Per i fan sarà una grande chiusura del cerchio, per il sottoscritto una delusione immensa, ma sarà l'ultima che tale universo mi darà visto che avendo almeno avuto la decenza di dare una certa aria conclusiva, io ne approfitto per scendere immediatamente, a 25 anni dopo aver smesso da poco più di un anno di leggere i fumetti, direi che è anche ora di finire di vedere film di supereroi.

Inutile dire che Endgame ha ottenuto critiche positive e probabilmente frantumata vari record al botteghino, ma il cinema vero d'intrattenimento e che regala emozioni vere di tanto in tanto, risiede altrove.

 

scena

Avengers: Endgame (2019): scena

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