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Keep Cool

Regia di Zhang Yimou vedi scheda film

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La recensione su Keep Cool

di maurizio73
7 stelle

Nella Pechino della fine degli anni '90, il piazzista di libri Xiao Shuai (Jiang Wen), impulsivo e balbuziente, è innamorato della bella e scostante An Hong (Qu Ying) che si diverte a provocarlo in un tira-e-molla di esibite civetterie. Picchiato dal gestore di un Night Club su istigazione della ragazza, è intenzionato a vendicare il suo onore mutilando il suo rivale. I suoi propositi di vendetta però dovranno fare i conti tanto con il ritorno di fiamma per la bella An Hong quanto con la cocciuta intraprendenza dell'anziano programmatore Lao Zhang (Li Baotian) deciso a farsi risarcire dai due contendenti per il computer portatile che gli avrebbero danneggiato.

 

 

Dopo ilcinema storico-sociale degli esordi che lo ha fatto acclamare dalla critica e nei festival internazionali ('Sorgo rosso' 1987 - 'Lanterne rosse'  1991) e prima della rivisitazione estetizzante e ipercinetica del 'Wuxiapian' che lo ha consacrato come campione di incassi ('Hero' 2002 - 'La foresta dei Pugnali Volanti' 2004 - 'La città proibita' 2007), il più eclettico e autorevole maestro del cinema cinese degli ultimi vent'anni si concede una produzione 'sabbatica' che ha tutta l'aria di un divertissement cinefilo in grado di contaminare la sempre attenta analisi dei profondi mutamenti di costume di una società  alle prese con una nuova rivoluzione economica e tecnologica con il gusto per il grottesco della commedia rutilante e pittoresca sulle bizzarre caricature di una varia umanità incerta tra i dilemmi del cuore e quelli del portafogli.

 

 

 

 

Girato con una camera mobilissima che non si stacca mai dai suoi ruspanti protagonisti ed un montaggio serrato che compatta la struttura episodica del racconto, Zh?ng Yìmóu guarda alla Pechino dei suoi giorni come Risi guardava alla Roma dei 'Poveri ma belli' nell'Italia pre-Boom, laddove agli sculettamenti della maggiorata Allasio fanno da contraltare i vezzi civettuoli della silfide Qu Ying, vero e proprio detonatore sessuale di una storia dove le deflagrazioni e intemperanze caratteriali dei suoi protagonisti si stemperano nel nulla di fatto di relazioni umane giocate tra le incertezze dell'ambizione sociale (i soldi, il computer, i cellulari) e quelle del dovere morale (l'orgoglio, gli scrupoli etici, la paternale 'governativa') e giungendo alla prevedibile soluzione di un finale conciliatorio del vissero felici-e-contenti.

 

 

 

 

Se da un lato lo schematismo del racconto è una costante assolutamente consapevole nelle intenzioni dell'autore, dall'altro il film di Yìmóu vive delle bizzare ed esilaranti esplosioni di una amara comicità che non smette mai di guardare all'umanità dei suoi personaggi, sempre paradigmatici di una trasformazione sociale dove emergono stridenti e incontenibili le contraddizioni di una società in bilico tra tradizione (la saggezza di Confucio) e modernità.

 

 

 

Gara di bravura tra i due attori principali Jiang Wen e Li Baotian, quest'ultimo premiato come miglior attore non protagonista allo 'Hundred Flowers Awards' 1998. Perchè, si sa, chi legge è meglio di chi vende libri.

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