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Il collezionista

Regia di Gary Fleder vedi scheda film

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La recensione su Il collezionista

di SalvoVit
6 stelle

 

Nel '97, giusto due anni dopo quella forse discutibile ma importante opera che è Seven, esce questo 'Il Collezionista' che ne prende senza nasconderlo molti elementi a partire dal protagonista, l'Alex Cross messo in scena da Morgan Freeman non è altro che una riproposizione del William Somerset fincheriano.


In questo film Morgan Freeman interpreta Alex Cross, poliziotto-psicologo, il quale è in cerca della nipote scomparsa. Il caso della nipote di Cross non è però un caso isolato dato che sono molte le ragazze scomparse. Tutte hanno qualcosa in comune, un talento particolare.


Si può quindi tranquillamente definire questo film un'opera d'exploitation, tipico cinema di serie B concettualmente parlando (serie B per modo di dire, visti i quasi 30 milioni di dollari di budget).


Il Collezionista è un film del quale non si può parlare molto. E' un thriller discreto, sufficiente, intrigante in molti punti ma difettoso in molti altri. Felder dimostra però di saper tenere la macchina da presa e la tensione è sempre presente. Le atmosfere che si respirano sono intriganti e sembra sempre essere un film che cerca una propria identità, identità che difficilmente riesce davvero a trovare risultando molto derivativo, ma di sicuro cerca di essere più che una semplice imitazione e questo si nota in molti punti.

 


La sensazione più grande però è quella di non aver voluto osare. La psicologia dei personaggi è velata, poco studiata e risulta essere un peccato. La cosa forse più interessante del film è il serial killer, il cosiddetto 'collezionista' il quale (appunto) colleziona belle ragazze talentuose ed il quale sembra provare una sorta di amore per esse che lo legano a loro, nonostante questo amore venga espresso con metodologie sadiche e perverse. Questo aspetto viene sorvolato e messo in scena in modo superficiale quando, se fosse stato sviluppato con la giusta mano, avrebbe portato il film su un livello forse superiore, e lo avrebbe reso ancora più intrigante.


In più il personaggio della ragazza rapita, Kate, viene sviluppato anch'esso con poca voglia e non viene data alcuna vera rappresentazione della violenza psicologica (oltre che fisica) che la ragazza ha vissuto.


In più la sceneggiatura vista e rivista non aiutano e rendono il tutto molto scontato (seppur intrigante per certi versi). La regia di Felder salva tutto e rende il tutto assolutamente vedibile. Un film di genere realizzato con eleganza e mestiere. Nulla di che ma di sicuro molto meglio di ciò che sarebbe potuto essere nelle mani di un regista meno capace. Difettoso ma elegante. Sufficiente.

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