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Troop Zero

Regia di Bert & Bertie vedi scheda film

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La recensione su Troop Zero

di mck
7 stelle

"Here am I floating 'round my tin can / Far above the moon / Planet Earth is blue / And there's nothing I can do."

 

 

Georgia, 1977. Mentre un uomo umile di quelle parti (“Man from Plains”) diventa il 39° presidente degli Stati Uniti d'America, Christmas Flint, aka Boss, alias Major Tom, una piscia a letto di 11 anni (McKenna Grace: “Tonya”, “the Haunting of Hill House”, “Chilling Adventures of Sabrina” - in cui interpreta la versione bambina della protagonista, essendo quasi identica a Kiernan Shipka - e il prossimo “GhostBusters: AfterLife” o Legacy o from Beyond o come diamine si chiamerà), da poco orfana di madre, si ritrova a combattere - al fianco del padre (Jim Gaffigan), avvocato dei poveri, e della sua praticantante, Miss Rayleen [una Viola Davis (“Far from Heaven”, “United States of Tara”, “Prisoners”, “Widows”) che, anche se in parte recalcitrante, male di certo non fa] - contro una versione wasp e crudele di Miss Caprapal, Miss Massey (Allison Janney: “West Wing”, “Mom”, “Tonya”), per poter incidere il proprio saluto dorato in viaggio nell'oceano della notte a bordo delle due sonde del programma Voyager.

 


Le due registe, Katie Ellwood e Amber Templemore-Finlayson, in arte Bert & Bertie (“Kidding”), e la sceneggiatrice, Lucy Alibar (“Beasts of the Southern Wild”), mashuppando - volenti o nolenti, consapevolmente o meno, tanto o poco - “October Sky”, “the Dangerous Lives of Altar Boys”, “Cosmonauta”, “the Middle”, “MoonRise KingDom”, “the Book of Henry” etc..., riescono ad intavolare una piccola meraviglia: cinica e dolce, divertente e amara, carezzevole ed aspra, di lacrime salata e luminosa di sorrisi.

 

 

Chiudono il cast gli altri componenti l'equipaggio (Charlie Shotwell, Milan Ray, Johanna Colón, Bella Higginbotham), Mike Epps e Kenneth Wayne Bradley.
Fotografia: James Whitaker. Montaggio: Catherine Haight. Musiche: Rob Lord.
Produzione semi-“indipendente” di Escape Artists (che si fa perdonare “Servant”), distribuisce Amazon.

 


Nota spiacevole: no, le onde sonore (vibrazioni meccaniche dell'aria) non si trasformano in onde radio (elettromagnetiche).
Nota piacevole: “InTo Space: a Young Person's Guide to Space” di Arthur C. Clarke e Robert Silverberg.

 


A latere, è anche la sesta opera cui m'è capitato di assistere in pochi mesi, con “JoJo Rabbit”, “Marriage Story”, “For All Mankind”, “Stranger Things - 3” e “In Viaggio con Adele”, che (ma ce ne saranno sicuramente altre), in piccola o in più consistente parte, gira intorno - anche per interposta persona - a David Bowie (e in questo caso a Waylon Jennings, Aretha Franklin, Elvis Presley, Chuck Berry, etc...), e la cosa fa un po' male e un po' anche bene.     

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