Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Il 5 gennaio 1895 il capitano Alfred Dreyfus, un giovane soldato ebreo, viene accusato di essere una spia della Germania e condannato all'ergastolo sull'Isola del Diavolo. Tra i testimoni della sua umiliazione vi è Georges Picquart, che è promosso invece alla direzione dell'unità di controspionaggio militare che lo ha incastrato. Quando però scopre che informazioni segrete arrivano ancora ai tedeschi, Picquart viene trascinato in un pericoloso labirinto di inganni e corruzione che minaccia non solo il suo onore ma anche la sua stessa vita.
Dalla seconda collaborazione di Polanski con Richard Harris (la prima risale al 2010 con L'uomo nell'ombra) nasce questo "L’ufficiale e la spia", adattamento del romanzo omonimo dello stesso Harris che narra le vicende dell’ Affare Dreyfus”
La struttura narrativa del film è idealmente divisibile in due parti: una prima parte che vive di flashback con un ritmo più disteso rispetto alla seconda parte che possiede una narrazione lineare e che chiude la vicenda.
Nella prima parte Polanski elabora i fatti attraverso le analessi personali del protagonista creando così una caratterizzazione piuttosto introspettiva del personaggio che trova poi evoluzione, concretezza e risoluzione nella seconda assieme a quelle degli altri protagonisti.
La figura di Picquar ricorda quella del Colonnello Dax in Orizzonti di Gloria per quel forte senso di giustizia che li caratterizza entrambi e che li porta a scontrarsi contro le ingiustizie delle istituzione militari e politiche imposte abusando della loro autorità. L’intera pellicola è una parabola sul senso del dovere morale ma che nel finale lascia intendere anche i suoi limiti.
La messa in scena è esemplare: Polanski costruisce le inquadrature con perizia e minuzia sul posizionamento degli attori e degli oggetti di scena valendosi di una buona profondità di campo e spesso di un uso peculiare dei un leggero grandangolo che “schiaccia” nei primi piani o nei piani medi portando quel senso di opressione e ostruzione che il protagonista subisce dalle "alte sfere".
Affresca le immagini la splendida fotografia di Pawel Edelman, plumbea e nitida a sfruttare la luce naturale. Alcune inquadrature veramente estasianti mi hanno riportato alla mente il Barry Lyndon.
Un film formalmente bellissimo con alcune scene memorabili, come un duello girato alla perfezione per estetica e tensione. Efficace nella sostanza con un ottima progressione narrativa che espone una lotta morale verso il pregiudizio e la supponenza.
Elegante.
Voto:9
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta