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Dopo il matrimonio

Regia di Bart Freundlich vedi scheda film

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La recensione su Dopo il matrimonio

di articolotre
7 stelle

-- Al matrimonio lo sposo vanta l'abilità del suo corteggiamento: Sposo: L'ho accostata davanti all'ascensore e le ho detto.. Sposa: A che piano vai? --

Il film è dominato da due attrici che gareggiano in bravura, non è colpa dei comprimari se loro due risaltano così tanto.

- Isabelle (Michelle Williams) è un'americana totalmente impegnata da anni in India in un centro che accoglie piccoli orfani. Il centro stenta a tirare avanti e quando appare all'orizzonte un donatore lei è costretta a correre a New York per cercare di concretizzare la donazione. Le hanno riservato una suite di 90 mq più altri 60 di terrazzo, al telefono dirà alla dirigente del centro che con il costo di una sola notte loro a Calcutta avrebbero sfamato mille bambini. Poi incontra la possibile donatrice, Theresa (Julianne Moore), una multimiliardaria tosta e determinata, super impegnata per il matrimonio della figlia ventunenne Grace. La ricchissima magnate assicura a Isabelle la donazione ma pretende che si fermi qualche giorno, definiranno tutto dopo il matrimonio al quale anche lei è caldamente invitata. Isabelle se ne va irritata, si toglie le scarpe e scende le scale a piedi nudi come faceva in India.

- Va comunque alla cerimonia e lì resta bloccata alla vista del padre della sposa, Oscar, marito di Theresa. Bellissimi i lunghi secondi di uno sguardo privo del sia pur minimo movimento ma con gli occhi che riescono a trasmettere il montare di uno stupore non privo di rabbia. Come mai? E qui c'è il primo colpo di scena, al quale faranno seguito progressivi chiarimenti mentre Isabelle comincia conoscere la neosposa Grace e i due figli di otto anni della coppia ospite. Proprio quando tutto sembra chiarito un secondo colpo di scena rimescolerà le carte portando a un finale che a poco a poco si assesta risolvendo quello che ancora si può risolvere.

- CONFESSIONE: Mi pento di aver pensato per tutta una lunga parte iniziale "sì, niente da dire, però dalla Moore ci si poteva anche aspettare di più". Lei deve avermi sentito e come schiaffo morale mi ha messo lì una recitazione al massimo che oltre tutto dava ragione della diversa recitazione di prima. Bravo furbo io a mettermi a far questione con la Moore.

In conclusione: fra tre stelle e tre e mezza; dato che mi sento in colpa facciamo tre e mezza.

 

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