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Gamberetti per tutti

Regia di Maxime Govare, Cédric Le Gallo vedi scheda film

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La recensione su Gamberetti per tutti

di Furetto60
7 stelle

Commedia divertente e con interessanti spunti di riflessione.

Matthias Le Goff, vicecampione del mondo di nuoto, dopo aver perso una gara importante , nel corso di un’intervista, perde il controllo e si lascia sfuggire alcuni insulti omofobi, contro un giornalista. I mass-media si scatenano e la federazione per comminargli una sorta di ironica e plateale punizione, lo obbliga ad allenare una squadra di pallanuoto gay, i “Gamberetti Paillettati”. E’ la squadra capitanata da Jean, che ne è anche il leader, Le Goff deve affrontare sulla carta un’impresa quasi impossibile: far qualificare i Gamberetti e portarli in Croazia a partecipare ai Gay Games, il più grande raduno sportivo omosessuale del mondo. Gli “atleti” sono poco preparati, avvezzi ai lazzi più che agli allenamenti, Matthias è un uomo sostanzialmente solo, padre separato di una bambina che non vede quasi mai, ha come unico interesse lo sport, inteso però nell’accezione più rigida, quindi fatica a concepire un mondo festaiolo, dove l’importante non è vincere bensì fare gruppo e divertirsi. Questa esperienza di “riparazione” risulta pesante per lui e anche per la squadra, che di quel coach col broncio e pieno di pregiudizi avrebbe fatto volentieri a meno. Ma i Gay Games, sono alle porte e per Matthias che vuole rientrare nel giro, sono una ghiotta occasione di riscatto, cosi anche se riottosamente, prende a cuore le sorti della squadra e motivato anche dalla passione della figlia, per quel gruppo sgangherato, riesce a staccare il biglietto per la Croazia. Un viaggio che farà scoprire loro mondi e valori diversi e sfaterà certe preconcette opinioni. Le Gallo e Govare girano un film corale, una sorta di originale “road-movie”, travolgente e allegro, un inno alla leggerezza, che però afferma con vigore il diritto alla differenza, sfidando pregiudizi e tabù.  La squadra di pallanuotisti gay,  raccolta per questo evento, è colorita e pittoresca, dal look al nome, più adatta ad un gay-pride che a una partita. Sette uomini decisamente non atletici, uniti dall’amicizia, dalla solidarietà e dalla voglia di giocare, all’insegna della gioiosa libertà di essere se stessi. Dice il regista: «I Gamberetti esistono davvero, è la squadra gay di pallanuoto francese e io gioco con loro da nove anni. Sono diventati la mia seconda famiglia. Tutto nasce da qui, da un gruppo di amici che, gara dopo gara, si ritrovano sempre più uniti. Anche perché l’obiettivo non è vincere ma giocare e divertirsi. Dando risalto ai costumi, alle coreografie, al senso della festa».

Quando nel film li si vede schierati a bordo piscina in fila, con i giubbotti di satin azzurro con il gamberetto rosa ricamato sulla schiena, gli slip succinti, le movenze allusive, al grido di battaglia «Vi sgusciamo tutti quanti, siamo i gamberetti scintillanti», si strabuzzano gli occhi.

Non mancano momenti drammatici e situazioni grottesche, il rutilante balletto al funerale di Jean,  morto per cancro è di dubbio gusto. Tuttavia il film nel complesso funziona, è piacevole, divertente, ma anche solido, con interessanti spunti di riflessione sul tema della diversità e della tolleranza, ben girato e con un cast molto affiatato.

 

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