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Il colosso d'argilla

Regia di Mark Robson vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il colosso d'argilla

di jonas
8 stelle

Un malvivente decide di lanciare nel mondo della boxe un pugile sudamericano gigantesco ma fragile, per lucrare sulle scommesse intorno ai suoi incontri (truccati, è ovvio): a tale scopo assolda un giornalista sportivo in declino per fargli organizzare un adeguato battage pubblicitario. Dietro il personaggio dell’ingenuo Toro Moreno non è difficile intravedere Primo Carnera, il “gigante buono” della propaganda fascista, anche lui rimasto sconvolto dall’aver fatto una vittima (Ernie Schaaf) sul cammino verso il titolo mondiale; ed è curioso che fra gli interpreti ci sia Max Baer, che lo aveva detronizzato nel 1934. Sullo sfondo c’è un’attenzione (non banale, per l’epoca) ai danni psicofisici provocati dall’attività agonistica: il filmato con l’intervista al reduce suonato e ridotto in miseria equivale a un piccolo documentario. Bogart, all’ultima apparizione, rifà il suo consueto personaggio disilluso ma con un inossidabile senso della giustizia: il finale ricalca quello di L’ultima minaccia, con la sua fiducia (che forse oggi appare eccessiva) nel potere della stampa, e il titolo originale The harder they fall (“Più duramente cadono”) è appunto quello dell’articolo di denuncia che comincia a scrivere nell’ultima scena.

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