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L'uomo della pioggia

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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La recensione su L'uomo della pioggia

di Andreotti_Ciro
6 stelle

Rudy Baylor è un neolaureato in legge in attesa di superare l’esame di stato per diventare avvocato. Desideroso di cominciare a lavorare in uno studio legale Rudy accetta l’offerta di Bruiser Stone, avvocato celebre ma legato al mondo criminale. Rudy viene affiancato nel suo lavoro da Deck Shifflet, tuttofare dello studio che ha numerose volte sbagliato l’esame di ammissione all’ordine e che per Bruiser svolge la mansione di procacciatore di casi, battendo il mondo ospedaliero. È proprio in una di queste battute di caccia alla clientela che i due incontrano Dot Black una donna con un figlio affetto dalla leucemia e al quale l’assicurazione sanitaria stipulata in passato, non vuole riconoscere alcun genere di risarcimento.

 

Un film come se ne vedevano una volta, dove i buoni, o quasi, trionfano e le aziende che portano alla morte un povero ragazzo malato per colpe non sue sono costrette a risarcirlo. John Grisham, padre dei Legal - Thriller d’oltre oceano, ex avvocato di grido prima prestato al mondo della narrativa e poi migrato in quello della ‘settima arte’, sforna il sesto libro della sua vasta produzione e genera un ennesimo caso letterario sempre (o quasi) simile a sé stesso. Questa volta a dare voce allo scrittore originario di Jonesboro l’italo americano Coppola che abbandonate le scene de il Padrino, e le rivisitazioni del Dracula di Bram Stoker decide di immergersi nel mondo forense guidato da un giovane avvocato idealista, un insipido Matt Damon, e da uno scafato, ma onesto, tuttofare che usa la legge a proprio piacimento, Danny DeVito, che alla fine risulta essere la vera anima della pellicola assieme all’avversario in tribunale di Damon: il corrotto avvocato Leo Drummond, un John Voight calato in una parte decisamente molto al di sopra delle canoniche righe. Esattamente come sopra le righe pare fin da subito Mickey Rourke, nel ruolo di un legale con gessati viola degni di un gangster e immediatamente imbrigliato da una sceneggiatura che non ne approfondisce sufficientemente il personaggio, creando un vero buco in una storia che avrebbe meritato di essere approfondita. Film che si trangugia d‘un fiato vedendosi in tutta serenità, e già intuendo quale ne potrebbe essere l’epilogo, ma che al tempo stesso traccia un solco nella produzione di Grisham che per la prima volta porta sul grande schermo un’opera dove non sono presenti complotti più grandi ma solamente un caso da risolvere.

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