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Toy Story 4

Regia di Josh Cooley vedi scheda film

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La recensione su Toy Story 4

di supadany
8 stelle

«Ogni fine non è altro che un nuovo inizio».

In questi anni segnati da mutazioni incessanti in qualsivoglia settore dell’immaginario condiviso, la cresta dell’onda è diventata un approdo quanto mai instabile, raggiunto da rarissimi esemplari. Non parliamo poi del rimanerci, un obiettivo alla portata esclusiva di eccellenze assolute.

Inevitabilmente, i passi falsi sono nell’ordine delle cose, anche per la stessa Pixar (vedi Cars 2 e Cars 3) che, invece, con Toy story 4 tocca nuovamente il cielo con un dito, mettendo nel mirino l’infinito per guardare oltre. Con un immutabile rispetto per un passato schifato dalla maggioranza, un occhio specifico sulle tendenze del presente, che richiede scremature e revisioni, e una spiccata propensione al rilancio.

Nonostante sia stato accantonato dalla piccola Bonnie, Woody mantiene intatta la sua prerogativa, ossia la felicità del bambino cui appartiene.

Così, quando Bonnie inventa Forky, un nuovo giocattolo formato da frammenti pescati dalla spazzatura, Woody farà di tutto per educarlo alla nuova mansione.

La situazione si complica ulteriormente durante un viaggio di famiglia, che permetterà nuove conoscenze e incontri inaspettati, tali da rimettere in discussione ogni posizione, con la finalità di regalare a ognuno la collocazione che gli spetta di diritto.

 

scena

Toy Story 4 (2019): scena

 

Tra le tante saghe e franchise che, in virtù della ricerca di un successo commerciale, caratterizzano la proposta cinematografica, Toy story detiene una postazione privilegiata, confermata da questa quarta avventura, sopraggiunta ventitré anni dopo il mitologico esordio di Woody e Buzz.

Se l’originale vantava una freschezza rivoluzionaria per l’universo dell’animazione, il seguito riusciva nel miracolo di ottenere consensi ancora più coesi e il terzo capitolo - il migliore della serie - conteneva un prontuario del cinema di serie A, questa nuova scorribanda è una naturale forma di autodifesa verso l’anaffettività dilangante.

Dunque, in poco più di novanta minuti, il film diretto da Josh Cooley con la supervisione delle firme più insignite della Pixar, spreme a 360° le emozioni umane, sciorinando un caleidoscopio di motivazioni e umori da lasciare a mascelle spalancate.

Il bisogno di amore incondizionato domina la scena, così come l’indispensabile parte donatrice risponde a cuore aperto, l’accettazione è una condizione indispensabile, da raggiungere a ogni costo, il coraggio indefesso fa i conti con la paura del fallimento e le ferite subite compromettono lo stato d’animo, ma non minano la dedizione, che rimane assoluta.

Contestualmente, il combinato disposto rinsalda lo spirito avventuriero tipico di chi non demorde mai, instilla un minimo di sottile inquietudine, introietta lo spirito ironico di base e richiama una commozione che, inevitabilmente, strappa più di una lacrimuccia, riuscendo nella mission di tenere sotto lo stesso ombrello bambini e adulti, almeno quella parte di loro sopravvissuta al cinismo, anche se annegato da una coltre di sentimenti avversi.

Una combinazione ottenuta attraverso un’ampia gamma di personaggi, con peculiarità distinte, funzionalità spalmate su motivazioni individuali e convergenti, tra angeli custodi che chiunque sognerebbe, eroine moderne, personalità gradasse che, fondamentalmente, cercano solo di essere apprezzate e chi troverebbe la panacea di ogni male semplicemente sentendosi sinceramente desiderato.

scena

Toy Story 4 (2019): scena

 

Toy story 4 è un precipitato di emozioni - datate, nuove o dimenticate che siano -, un processo creativo organizzato meticolosamente su due unità di luogo antitetiche – un negozio di antiquariato e un luna park – e svariati cambi di programma, un prezioso segnalibro del tempo che passa, capace di chiudere il cerchio lasciando al contempo aperte più porte per il futuro, con la certezza che, nel caso, rivivremo una nuova fioritura.

Delizioso.  

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