Regia di Sandrine Veysset vedi scheda film
Vessata da un marito schiavista, sadico e tiranno ma idolatrata dai suoi sette figli, una madre di famiglia (Reymond) conduce una grama esistenza di lavoro nei campi nella provincia francese, dove viene affiancata dai suoi bambini alle dipendenze del marito-padrone. Un tentativo di violenza perpetrato da quest'ultimo nei confronti della più grande delle sue figlie le fa meditare di sopprimersi con i suoi piccoli ma la visione dei fiocchi di neve dalla finestra opacizzata dal freddo le fa cambiare idea: è un minuscolo segno di cambiamento in una vita sempre grigia. Lo spunto della Veysset, autentica factotum del film, è interessante: raccontare una matriarca del tutto priva di autorità, ambientando la vicenda nella Francia meridionale deii giorni nostri ma proiettandola idealmente in un passato segnato da una profonda disuguaglianza tra i sessi. La riuscita è decisamente inferiore all'idea di partenza: "sullo schermo non succede quasi niente" (Kezich), le situazioni sono ripetitive, le ellissi in eccesso, i dialoghi monocordi, l'epilogo insensato. Come si conviene in un certo cinema transalpino, spocchioso e intellettualoide e tuttavia incredibilmente "onusto di onori ricevuti in patria" (Kezich).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta