Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Bong Joon Ho lo ha meritato l’oscar eccome, anche per la sua carriera: grandi film (a parte Okja) che hanno contribuito a far conoscere nel mondo un po’ il cinema coreano degli ultimi anni, anche se sono decenni che da quelle parti si realizzano robe notevoli.
Parasite è un grande film: il regista continua il suo discorso, dopo Snowpiercer, sulle classi sociali non più in orizzontale da sinistra verso destra ma in verticale, dal basso verso l’alto e viceversa! Totale. Una puntura di povertà che si inietta nei ricchi fino a mescolarsi, diffondersi nelle architetture delle case lussuose fino a prenderne, quasi, il posto. Perché è quello che le classi sociali più povere mirano a conquistare, per la libertà (dei padri?). Pura illusione. Se il parassita manda messaggi d’aiuto morse tramite una “luce” nessuno potrà notarli, tanto meno un bambino ricco cresciuto nel lusso darà importanza. Al contrario, un altro parassita, un figlio povero, riuscirà a decodificare il messaggio perché è il legame, l’amore, ciò che davvero conta. Il lusso causa freddezza, un distacco dalla realtà che verrà scosso dai “fantasmi” nei piccoli e con gli “odori” sugli adulti.
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