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Regia di Jordan Peele vedi scheda film

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La recensione su Noi

di champagne1
6 stelle

Dopo poco più di 30 anni Adelaide torna sulla spiaggia su cui da bambina visse l'angosciante disavventura di smarrirsi, rifugiandosi in una delle attrazioni di un Luna Park, una sorta di Casa degli Specchi, ove vide qualcosa di orribile. A distanza di tempo Adelaide, che ha quasi rimosso l'accaduto, ricorda solo l'orrore di una indicibile scoperta e il suo mutismo post-traumatico. Dopo una gioranta di sole, il buio della notte accentua le sue inquietudini tanto da indurla a chiedere a suo marito di troncare la vacanza, partire subito dalla casa in cui risiedono e tornare in città. Ma forse è già troppo tardi...

 

 

Jonathan Peele, dopo la sorprendente opera prima, era attesa al varco del bis. E direi che la risposta è stata assolutamente adeguata. Ormai il regista-sceneggiatore ha creato una sua cifra stilistica che attraverso un linguaggio di genere (questo ben riuscito mix fra thriller e l'horror) sa produrre contemporaneamente una interessante riflessione sulla società contemporanea.

 

 

US può essere tradotto come "noi" ma anche come "United States": in entrambi i casi questo film rappresenta uno specchio con cui guardare il mainstream culturale odierno. In una società che ha culturalmente radici profonde nell'edonismo reaganiano degli anni '80, qui simboleggiato dagli zombie di Thriller nella raffigurazione di Michael Jackson e John Landis, campeggia un senso di sospetto e diffidenza che tende a manifestarsi non solo con le discriminazioni razziali, ma arriva a svolgersi a tutto campo arrivando a coinvolgere la paura generalizzata degli altri, anche quando quegli altri siamo noi stessi.

 

Risultati immagini per noi 2019

 

Embricando quindi il linguaggio del film di genere con il topos del Sosia anzi del Doppio, la parte più nascosta e imbarazzante o cattiva della nostra personalità (di cui temiamo sempre che possa riuscire a prendere il sopravvento), Peele ci diverte con il gioco delle sue sottili allusioni e con un intenso pathos più che con le scene splatter (il sangue c'è ma resta più che altro sui vestiti) ed arriva a inquietarci profondamente perché la storia alla fine non sembra concludersi coi titoli di coda.

 

 

 

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