Espandi menu
cerca
La vita è bella

Regia di Roberto Benigni vedi scheda film

Recensioni

L'autore

AndrewTelevision01

AndrewTelevision01

Iscritto dal 18 settembre 2016 Vai al suo profilo
  • Seguaci 17
  • Post 6
  • Recensioni 320
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La vita è bella

di AndrewTelevision01
7 stelle

"La Vita È Bella" rappresenta un cambiamento radicale della cinematografia di Benigni il quale, dopo il successo del già citato film, realizza il film italiano più costoso di sempre - al pari di "Joan Lui" di Celentano - e un film ricollegabile all'opera di cui vado a trattare, con la differenza che ha avuto bisogno di un tratto felliniano, e soprattutto di un auto-plagio di sceneggiatura. Tornando al film: Benigni, dopo grandi successi di pubblico e critica, decide di realizzare un film basandosi sull'Olocausto. La trama è semplice: Guido (Roberto Benigni) è un ebreo toscano che, dopo aver incontrato casualmente più volte una donna di cui è innamorato, Dora (Nicoletta Braschi), coglie l'occasione di stare assieme a lei: dal loro amore nasce Giosuè (Giorgio Cantarini). Un giorno quest'ultimo e Guido vengono catturati dai nazisti e vengono deportati in un campo di concentramento: Guido cerca, perciò, di oscurare al piccolo Giosuè la verità delle cose, facendogli credere che sia tutto un gioco che riserva, sul finale, un premio fondamentale. 3 Oscar, 9 David di Donatello.. ecchè è? Direbbe una persona qualsiasi. Probabilmente il motivo per il quale Benigni sia stato lodato non solo dal pubblico nostrano, ma anche da quello internazionale, è per l'ironia di cui trasuda il personaggio protagonista, un'ironia che nasconde una grossa, terrificante realtà dalla quale a stento si arriva a credere. Vidi per la prima volta il film quasi due anni fa e allora mi colpì tantissimo: nonostante ciò, oggi devo ammettere che sì, è un buon film, ma non è il migliore di Benigni. Io sono certo che un artista - in questo caso regista/sceneggiatore/attore - durante la sua carriera debba riuscire ad alzare l'asticella aumentando, da film a film, la qualità contenutistica dell'opera da mostrare e Benigni, Artista con la A maiuscola, c'è riuscito. Basti pensare all'esordio da attore con il personaggio volgare Mario Cioni ("Berlinguer ti voglio bene"), all'esordio alla regia ("Tu Mi Turbi), alla prima collaborazione con un regista straniero ("Daunbailò") e molto altro ancora: insomma, Benigni sa il fatto suo e dopo commedie che lo hanno portato al successo nazionale ("Non ci Resta che Piangere", "Il Piccolo diavolo", "Johnny Stecchino" e "Il Mostro), decide di fare un piccolo passo indietro, solcando l'onda di quella che era considerata il virus di "Schindler's List". Benigni ha giocato facile e fuori è uscito un film che, nonostante abbia una morale di suo, priva a Benigni (almeno a parer mio) un tipo di espressività. Non voglio fare il polemico ma, secondo me, è stato proprio questo film a cambiare il Benigni rozzo e satirico che molti conoscono: da qui in poi si è addolcito, è andato sul sicuro. E no: non sono il tipico anti-italiano che non ha gradito la premiazione agli Oscar anzi, ce ne fossero di italiani che vincono l'Oscar più spesso, ma sono sicuro che per realizzare un film simile Benigni abbia dovuto restringere il suo personaggio. Del film vanno lodati, comunque, la colonna sonora di Piovani, l'interpretazione stessa di Benigni (seppur non da Oscar) e le ambientazioni.

Persino il toscanaccio di Benigni sembra essere scomparso.

7½.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati