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La vita è bella

Regia di Roberto Benigni vedi scheda film

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GARIBALDI1975

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La recensione su La vita è bella

di GARIBALDI1975
10 stelle

'C O R A G G I O' è parola chiave per leggere il significato di questo film. Roberto Benigni è stato audace nel trattare a suo modo il tema del "La Vita è Bella", originalità pura, ardita; trattasi di film che infonde coraggio e ottimismo come pochi altri.
 
Ogni film che aggiunge anche un solo piccolo pezzo al puzzle del più grande incubo della storia dell'umanità è già di per se una grande idea. Ma non ci saranno mai troppi film sull'Olocausto,  questi serviranno a non distrarci con il passare degli anni che ci renderanno sempre più lontani da quei fatti. Il contributo cinematografico può aiutare ad impedire che fenomeni di allucinante disumanità, come il progetto di sterminio degli ebrei, possano ripetersi.
 
Solo un italiano divertente e complesso come Roberto Benigni poteva ideare un film coma "La vita è bella",  che non tratta compiutamente il tema della Shoah, ma sopratutto si concentra sul coraggio umano. Si cerca di guardare in alto per non soffrire: è una commedia amante della vita, ... la vita è bella e deve essere considerata tale anche se si è  in un campo di sterminio nazista. Qual migliore forma di ottimismo!
 
Il film inizia rappresentando un maldestro cameriere ebreo, Guido (Benigni), impegnato a conquistare il cuore di una maestra, dalla aristocratica bellezza, Dora (la vera reale moglie di Benigni, Nicoletta Braschi), con il suo amore 'buffonesco' per la vita. Siamo nel 1945, Guido e Dora hanno un figlio (Giorgio Cantarini) e vengono portati in un campo di concentramento nazista. Una volta lì, Guido tenta di proteggere il piccolo figlio dicendogli che stanno semplicemente prendendo parte ad un gioco a punti. Il primo ad ottenere 1.000 punti vince un carroarmato.  Se ci sono prigionieri in fila, Guido dice che è gente desiderosa di entrare nel campo.  Ogni volta che anziani e bambini vengono sterminati, Guido inventa disperatamente nuove regole da dire al figlio per salvarlo.
 
E' un film surreale, angosciante, triste , eppure ci si divertente. Ma questa non è una commedia sull'Olocausto. No. Questo è una commedia drammatica sulla sopravvivenza all'horror. Guido ha nel gioco e nella sua fantasia le sue uniche armi per proteggere suo figlio.
 
Benigni è straordinario prima come attore e poi come regista. E' la sua ambizione, la sua intelligenza e la sincerità che lo contraddistinguono ad aiutarlo nel rendere questo film straordinariamente bello e meraviglioso, come la vita, ..., nel mezzo della più terribile e assurda pagina di storia dell'umanità .

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