Regia di Joe Wright vedi scheda film
La donna alla finestra (2021): locandina
Deciso omaggio a La finestra sul cortile, Joe Wright riesce a depistarci con diversa carne al fuoco pur risultando ovvio il finale, nonostante i contorcimenti narrativi cui veniamo sottoposti. Il bello del film, a mio avviso, è come decide di arrivarci, coinvolgendo diversi personaggi, anche a piccole dosi, nonostante l’apparente impianto tra il teatrale e il claustrofobico, e sfruttando elementi diversi, dalle voci fuori campo, ai richiami onirici, alle molteplici inquietudini, riflessi, infinite citazioni e omaggi, animali domestici e paranoie diffuse.
Tutto converge ad indirizzare verso svariati indirizzi possibili, anche se poi gli indirizzi reali, sono solo due: quello della protagonista, agorafobica e quello dei vicini dirimpettai. La chiave di lettura base insiste sulla psicopatia - analista di adolescenti - di una fascinosa ed intrigante Amy Adams anche se per quasi tutto il film intabarrata in improponibili abbigliamenti pantofolari, il resto della pellicola è in mano a fulminanti apparizioni, soprattutto di Julianne Moore e Gary Oldman. Ovvio che si stia trattando di temi déjà vu ottimi soprattutto come esercizio di stile, giochi di montaggio che traggono addirittura vantaggio dagli spazi ristretti, agorafobici anche loro. E immagino già le storture di naso di chi ormai applaude soltanto qualsiasi movimento di macchina di un Lanthimos qualsiasi. Io mi tengo stretto Joe Wright e i suoi thriller vecchia scuola. I Vivarium e i Dogtooth ve li lascio serenamente..
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