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Day of the Dead 2: Contagium

Regia di Ana Clavell, James Glenn Dudelson vedi scheda film

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La recensione su Day of the Dead 2: Contagium

di undying
2 stelle

Un sequel/prequel che dovrebbe porsi prima de La notte dei morti viventi e dopo Il giorno degli Zombi. Realizzato in un periodo in cui il filone era particolarmente sfruttato. Opera di una copia di registi fissati con Romero, poi artefici anche dell'apocrifo Creepshow 3.

 

locandina

Day of the Dead 2: Contagium (2005): locandina

 

1968: un aereo sovietico viene intercettato dalle forze armate americane. Il pilota viene interrogato circa il composto di insolite fiale inserite in vari termos e presenti nel velivolo. Non ne conosce il contenuto e - lasciato in isolamento- ne apre una dando il via ad una spaventosa epidemia, caratterizzata da violente aggressioni al danno dei militari, opera di cadaveri "ritornanti".

2005: la base militare teatro del prologo adesso è sede di un manicomio. Qui alcuni ospiti rinvengono, nel terreno, una delle fiale contenenti il composto in grado di alterare il DNA e condurre i contaminati -previa dolorosa metamorfosi- allo stato di morti viventi.

 

 

Ana Clavell e James Dudelson: questa è la coppia responsabile di alcune aberrazioni cinematografiche ispirate all'opera di George A. Romero. L'anno precedente i due realizzano l'inguardabile Horror 102: endgame ma poi guardano al più facile modello ispiratore dei morti viventi. Sono loro i responsabili di questa porcheria, possibilitati (per via di licenza originale) a rimaneggiare la sceneggiatura de La notte dei morti viventi, presentando Day  ofthe dead 2 come prequel del film di Romero e sequel di Il giorno degli zombi. In realtà Day of the dead  copia maldestramente da uno e dall'altro film facendo ricorso a elementari effetti di trucco con uso di indisponente computer grafica (le sferette luminose volanti fuoriuscite dai termos).

 

 

La sceneggiatura è un marasma indescrivibile, e presenta dialoghi immersi nel demenziale, del tipo: "Anche  il cervo  più veloce rischia la morte, se attraversa più volte la strada." L'approssimazione dello script va di pari passo con due registi  (Dudelson compare anche come speaker in un telegiornale) che della competenza cinematografica hanno pressoché nulla: prova ne sia la brutta fotografia che -di concerto con il carnevalesco make up- si adatta a ciak da "buona la prima", con attori meno che improvvisati, spiazzati e talvolta inconsapevoli di quel che stanno facendo. Non capiterà mai più, in un film splatter, di vedere uno zombi colpito da arma da fuoco, il cui sangue (anziché zampillare verso l'esterno dalla ferita) viene palesemente buttato addosso dall'effettista fuori campo.

 

 

Curiosità 

Nel manicomio è presente una zona delineata da un cartello (Romero ward), evidente omaggio (se così si vuole chiamarlo) al buon George Andrew Romero, cineasta nei confronti del quale i due terribili registi, con la loro casa di produzione Taurus Entertainment Company, si rendono artefici di un ulteriore "saccheggio" artistico quando, l'anno seguente (2006), realizzano un apocrifo  (ad onor del vero questo divertente): Creepshow 3.

 

 

In Dvd nel catalogo Twentieth Century Fox, casa che lo offre nel formato anamorfico 1.85:1. Da segnalare un doppiaggio scadente (al limite di un porno) in un debole ed insignificante 5.1. Presente, come extra, un backstage di circa dieci minuti.

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