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Immagini di un convento

Regia di Joe D'Amato vedi scheda film

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La recensione su Immagini di un convento

di undying
6 stelle

Erotico (ma anche drammatico) film con bellezze in tonaca, diretto dallo specialista Joe D'Amato. Vagamente ispirato da La religieuse di Diderot, con una bellissima e sensuale Paola Senatore.

locandina

Immagini di un convento (1979): locandina

 

La contessa Isabella (Paola Senatore) viene forzata a prendere i voti, dietro reclusione in un isolato ordine monastico retto dalla Superiora Angela (Aïché Nana) e dalla fidata suor Marta (Marina Hedman), quest'ultima coinvolta in passioni violente ed omoerotiche con suor Virginia (Sylviane Anne Marie Plard). Ferito in una colluttazione con alcuni delinquenti, sul posto giunge Guido, giovane di bella presenza, prontamente soccorso dalle suore e immediatamente causa di turbolenti passioni, vanamente represse dalle sorelle. Il convento è stato edificato sulle rovine di un tempio pagano ed una statua, dalle fattezze demoniache, è posta al limite dell'ingresso. Forse è questa la ragione delle improvvise relazioni sessuali che avvengono tra le mura del sacro luogo? Di certo potrebbe esserlo per l'inquietante apparizione della statua sull'altare, in vece di un sacro ornamento. La Madre Superiora pensa che il luogo sia infestato da una presenza diabolica e invia suor Marta in città, per chiedere soccorso all'esorcista Padre Arnaldo (Donald O'Brien).

 

"Siete stata affidata qui per ritrovare la pace e la tranquillità." (Suor Angela alla contessa Isabella) 

 

 

"Confido nella tua grandezza o Signore, per vincere la potenza del Principe delle Tenebre. Ecco la bestia immonda: con l'aiuto di Dio, io presto ti annienterò. Amen." (Padre Arnaldo, Donald O'Brian)

 

 

Massaccesi ha ben presente il lavoro realizzato da Borowczyk l'anno precedente (Interno di un convento) e, stando ai titoli di testa, ispirato (molto liberamente) dal romanzo di Denis Diderot (La religieuse) tenta di cavalcare il successo del suo predecessore, innestando l'erotismo sul tema della repressione sessuale vissuta dalle recluse. Per l'occasione può contare su due affascinanti presenze (Paola Senatore, con un ruolo erotico comunque piuttosto limitato) e Marina Hedman, attrice a quel tempo ormai già sprofondata nel cinema hard e qui attivamente impegnata nell'inserto estremo (blanda penetrazione con contemporanea fellatio, nel bosco, causa stupro di due briganti) destinato ai mercati esteri. Anche Sylviane Anne Marie Plard è coinvolta in un focoso amplesso lesbo (nel quale fanno inattesa comparsa close-up vaginali) con la Hedman, preceduto da un castigo inflitto con la frusta. Vaghi elementi horror sul finale, con presenza di un esorcista (l'indimenticabile caratterista O'Brian, più celebre come mad doctor in Zombi holocaust e presenza fissa in molti film di Massaccesi) che pronuncia rituali in latino, vengono prontamente offuscati dalla predominanza di un erotismo confuso e malsano, evocato da atti lesbici e di autoerotismo femminile dove, oltre alla comparsa di un godemiché utilizzato da due suore, risalta il tentativo -quasi ironico per messa in scena- delle monache di eccitare Padre Arnaldo. Va aggiunto che, rispetto ad altri lavori dell'epoca realizzati dal regista, questo non solo presenta una fotografia particolarmente curata (opera, ovviamente, dello stesso Massaccesi) ma, oltre alla malinconica (e graziosa) colonna sonora del sodale Nico Fidenco -composta da suggestivi vocalizzi della brava Edda Dell'Orso- l'intera vicenda è narrata facendo ricorso a dialoghi curati e lievemente sopra lo standard del genere. Per concludere, si può solo annotare (ed è cosa pleonastica) come Paola Senatore fosse qui di un bello che turba, al pari della più anonima (ma anche assai più esposta) Sylviane Anne Marie Plard

 

 

Curiosità

- Nel ruolo della Madre Superiora, figura Aïché Nana, attrice turca poco attiva in campo cinematografico la cui fama è legata soprattutto ad un evento mondano degli Anni '50 del Secolo scorso, che fece scandalo: uno striptease improvvisato in pubblico, poi citato da Federico Fellini nel film La dolce vita.

- Nel 1985 Massaccesi realizza una sorta di remake (ispirato allo stesso testo di Diderot) con Eva Grimaldi in ruolo di attrice principale (La monaca nel peccato).

- Le due protagoniste di Immagini di un conventoPaola Senatore e Marina Hedman, verranno forzatamente messe a confronto da Arduino Sacco quando, nel 1986, con una manovra scorretta da parte del regista esce il film La sfida erotica. Si tratta di una pellicola a luci rosse, realizzata con scene estrapolate dall'unico film del genere che ha visto la bella Paola Senatore attiva in scene hardcore (Non stop sempre buio in sala, 1985). 

 

 

Il film è stato proposto in versione integrale (con gli inserti hardcore) ai tempi delle VHS Shendene & Moizzi, nel formato 16:9. La durata della versione è pari a 1h30m16s. Esiste poi un doppio DVD (import Media Blaster) che stando alle informazioni della rete, dovrebbe contenere la versione integrale, con traccia audio italiana. Nel secondo disco è contenuto il documentario Joe D'Amato totally uncut, diretto da Roger A. Fratter e realizzato da Nocturno Cinema (inserito anche nel Dvd Cinekult di La via della prostituzione).

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