Nel multietnico quartiere romano di Torpignattara vive Phaim, un ventenne figlio di una coppia di bengalesi. Come tanti altri figli di immigrati, Phaim vive le mille contraddizioni delle seconde generazioni alle prese con un complicato processo di integrazione culturale.
Alla luce di un paio dei commenti degli utenti su questo film, penso sia giunto il momento, se non di filtrare, quantomeno di moderare il sito. O almeno di un correttore automatico per chi non sa scrivere in italiano
Uno sguardo intelligente e giovane sugli aspetti peggiori della cultura musulmana,inseriti da un giovanissimo regista sceneggiatore e attore in una commedia sentimentale che fa sorridere , ma offre anche molti spunti di riflessione.Bravo!
Siamo alle solite. La consueta celebrazione del genocidio degli italiani e della loro sostituzione con popolazione indistinta multietnica, considerata non una tragedia epocale, ma qualcosa di normale, se non positivo, da essere addirittura oggetto di un film di "analisi" sociale. Il segno di una follia.
Phaim ha in sé i tratti somatici della propria radice bengalese di origine, ma è nato in Italia e parla con un perfetto idioma da nativo romano, oltre ad assumere i tratti somatici del classico nerd tendenzialmente un pò sfigato quando a conquiste amorose.
Figlio di un ambulante e di una casalinga entrambi estremamente legati alle usanze locali della propria reigione… leggi tutto
Phaim è un ventiduenne italiano di origini bengalesi, che vive alla periferia di Roma con la sua famiglia, alternandosi fra il lavoro, la fede musulmana, le prove con il suo gruppo musicale e Asia, studentessa universitaria conosciuta a un suo concerto. L’incontro con una ragazza di origini italiane creerà in lui difficoltà fino a quel momento del tutto inattese.… leggi tutto
Phaim ha in sé i tratti somatici della propria radice bengalese di origine, ma è nato in Italia e parla con un perfetto idioma da nativo romano, oltre ad assumere i tratti somatici del classico nerd tendenzialmente un pò sfigato quando a conquiste amorose.
Figlio di un ambulante e di una casalinga entrambi estremamente legati alle usanze locali della propria reigione…
Molto molto carino questo film italiano, una specie di gioiellino, credibile e molto fresco. Il regista, sceneggiatore e protagonista Phaim Bhuyan, italiano e di origini del Bangla Desh, racconta una bella storia, che è in gran parte la sua, e cioè in pratica di quella di un ragazzo che è nato e vive nel quartiere di Tor Pignattara, a Roma.
Ecco, di solito i film sui…
MIGLIOR FILM
Il traditore, Marco Bellocchio
Il primo re, Matteo Rovere
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Martin Eden, Pietro Marcello
La paranza dei bambini, Claudio Giovannesi
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Queste le candidature ai Premi David di Donatello 2020 dei film usciti al cinema dall'1 gennaio al 31 dicembre 2019, in ordine alfabetico, votate dal 7… segue
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Il ventiduenne Phaim, di origini bengalesi, ma di fatto romano di Torpignattara, s'innamora, ricambiato, di una ragazza italiana, entrando così in conflitto con i dettami culturali e religiosi della sua famiglia.
Chi dovesse aspettarsi una pellicola di denuncia sociale, resterà deluso: Bangla è una leggera storiella romantica, un po' nel solco della commedia…
Simpaticissimo nella sua semplicità. Per me che sono sempre stato un fan dei film indiani, poi, vederne uno ambientato nella mia città (oltre che in India ce ne sono ambientati in tutto il mondo, non solo a Londra e negli States) è stata una piacevolissima sorpresa. Semplicità nel modo di pensare, nel vivere ogni giorno alla giornata con spontaneità e…
Phaim è un ventenne musulmano , quello che a Roma si chiama Bangla.E' pieno di dubbi sulla vita ,sull'amore, sul sesso .Vive con inquietudine i divieti della sua religione , ponendo e facendosi mille domande. L' incontro con una ragazza italiana , molto più decisa e determinata di lui, sarà fondamentale. Lo sguardo giovane del regista sceneggiatore attore fa sorridere…
Phaim è un ventiduenne italiano di origini bengalesi, che vive alla periferia di Roma con la sua famiglia, alternandosi fra il lavoro, la fede musulmana, le prove con il suo gruppo musicale e Asia, studentessa universitaria conosciuta a un suo concerto. L’incontro con una ragazza di origini italiane creerà in lui difficoltà fino a quel momento del tutto inattese.…
Da due giorni è iniziato il Festival di Cannes e la programmazione nelle sale italiane lo riecheggia, portandoci la prima proiezione di un film in concorso: è Dolor y Gloria, di Almodovar, che ottiene il…
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Commenti (8) vedi tutti
Un bel gioiellino inatteso e un bel punto di vista. Tra l'altro Torpigna, che non conoscevo, ci fa un figurone.
leggi la recensione completa di tobanisFortunatamente non è un pistolotto di denuncia sociale anche se non manca qualche frecciatina. E ci scappa anche qualche risata.
commento di gruvierazMamma che roba. Voto 0
commento di ScemaranNon così pessimo come magari si potrebbe pensare : diciamo una via di mezzo tra il carino e il poco appassionante.voto.6.
commento di chribio1Alla luce di un paio dei commenti degli utenti su questo film, penso sia giunto il momento, se non di filtrare, quantomeno di moderare il sito. O almeno di un correttore automatico per chi non sa scrivere in italiano
commento di TaffazziUno sguardo intelligente e giovane sugli aspetti peggiori della cultura musulmana,inseriti da un giovanissimo regista sceneggiatore e attore in una commedia sentimentale che fa sorridere , ma offre anche molti spunti di riflessione.Bravo!
leggi la recensione completa di Dody116Siamo alle solite. La consueta celebrazione del genocidio degli italiani e della loro sostituzione con popolazione indistinta multietnica, considerata non una tragedia epocale, ma qualcosa di normale, se non positivo, da essere addirittura oggetto di un film di "analisi" sociale. Il segno di una follia.
commento di Zarcofra il Bangladesh e la periferia (multietnica) della capitale
leggi la recensione completa di Andreotti_Ciro