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Regia di John Badham vedi scheda film

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La recensione su Minuti contati

di Baliverna
8 stelle

Una cricca di una lobby, delusa da una governatrice che aveva sostenuto alle elezioni, ne commissiona l'assassinio ordendo un diabolico complotto.

E' un buon thriller politico, che parla di politica americana in quanto tale, e non di un partito o dell'altro. Già, perché dietro all'ossatura della trama (la bambina rapita e il ricatto) c'è non poca carne al fuoco riguardo ai meccanismi delle elezioni e della propaganza elettornale d'oltreoceano. Determinati gruppi di pressione o lobby sostengono un candidato in cambio di favori legislativi ed economici; se le promesse non vengono mantenute, i loro sicari e scagnozzi vengono a batter cassa con la pistola in mano. Chi sta veramente in alto e muove i fili se ne esce con le mani pulite, continuando a vivere nella sua torre dorata. La scena finale, che mostra proprio il malefico mandante dell'assassinio, ispira pessimismo, e direi quasi sconsolatezza sul futuro del paese.
Precisato questo, posso dire che Badham dirige bene, mantenendo viva la suspense fino alla fine, con un meccanismo non molto diverso del precedente "War games", il quale pure faceva discorsi non banali su una possibile guerra nucleare USA-URSS. La sceneggiatura sbozza abbastanza bene una serie di personaggi: dai corrotti che ordiscono il complotto, al malvagio assoluto interpretato da Christofer Walken, ad ancora la governatrice e lo stesso protagonista. L'interpretazione di Johnny Depp convince appieno e riesce a dare tratti originali al suo personaggio. Non è un eroe scaltro e granitico, ma un uomo qualunque catapultato in una situazione spaventosa: se la caverà soltanto raccogliendo tutte le sue forze e chiedendo l'aiuto di altri, non senza qualche pugno nel muso e un calcio nei testicoli che lo mettono quasi KO.
Ho trovato indovinata quella specie di sogno che vive mentre tentano di strangolarlo, che è come la materializzazione delle sue emozioni e della situazione vissuta in modo simbolico.
Delle lobby americane che "investono" su questo o quel candidato lo sanno tutti, ma non fa mai male rinfrescarci un po' le idee e rifletterci sopra.  
In generale lo definirei un buon thriller fornito anche di contenuto, la quale ultima caratteristica mi pare si trovi sempre meno nei thriller girati oggi. Badham, del resto, era uno di quei registi che negli anni '80 e '90 sapevano coniugare le esigenze dello spettacolo e del botteghino con la comunicazione di idee e messaggi tutt'altro che banali: pensiamo a suoi colleghi come Joe Dante e Ridley Scott. Una bella quadratura del cerchio.

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