FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019 - SELEZIONE UFFICIALE
Padri che amano i propri figli, ma poi inspiegabilmente spariscono. Vincenzo scompare improvvisamente mentre è al mare col figlio bambino Salvo, e la giovane moglie sofferente.
Dopo sette anni, ritroviamo Salvo che vive presso gli zii in un Nord Italia di confine, ed è raggiunto improvvisamente dal padre, che si ripresenta avvalendosi del diritto di rivedere per un week end il suo bambino.
In realtà le vere intenzioni dell'uomo - un poco di buono uscito da poco di galera dopo essere stato invischiato in un sanguinoso traffico di stupefacenti costato la vita ad alcuni poliziotti - sono altre: Vincenzo vuole utilizzare il bambino come diversivo atto a togliergli di dosso quegli elementi di sospetto che in un padre col figlio appresso paiono a tutti gli effetti fugati a prima vista.
Nel viaggio verso la Puglia, il rapporto tra i due avrà modo di mutare da una reciproca ostilità e diffidenza, verso un attaccamento a dir poco esclusivo e condiviso.
Man mano che il viaggio procede, i dettagli dell'intrico in cui Vincenzo è stato coinvolto vengono a galla, e la ingarbugliata vicenda trova, un pò a fatica, la sua soluzione drammatica e finale.
Guido Lombardi ci aveva impressionato favorevolmente sin dai tempi del notevole e sensibile Las.bas - Educazione criminale, e ci aveva divertito col suo intrigante Take Five.
Ne Il ladro di giorni, l'ambizione probabilmente spinge, soprattutto a livello di sceneggiatura, a spingersi su territori rischiosi ove l'evoluzione della vicenda, la scelta impegnativa di ambientazioni sin troppo caratterizzate di centri storici magnifici, ma anche eccessivamente impegnativi per restare semplici sfondi, finiscono per compromettere inevitabilmente il corso della vicenda, che poi nel finale si perde in soluzioni esagerate che sfiorano il kitch, oltre che il ridicolo.
Peccato perché il rapporto padre e figlio e l'interpretazione nervosa e tesa di Riccardo Scamarcio, da cui trapela qua e là una sensibilità quasi inimmaginabile, ma realistica e coerente nella figura di un padre devastato dai sensi di colpa come è Vincenzo senza riuscire mai a dimostrarlo, apparivano idonee e coerenti per reggere un contesto on the road concentrato su una riconciliazione familiare che sa mostrare i suoi lati genuini, vanificati da una sottotrama noir davvero troppo esile e forzata, che finisce per apparire solo come un imbarazzante riempitivo di una vicenda intima molto più ispirata e meritevole di attenzione.
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