Regia di Guido Lombardi (II) vedi scheda film
Da iperacustico non ho mai avuto il dis-piacere di usare i sottotitoli nel vedere un film, esperienza che mi è stata concessa da "Il ladro di giorni", dove gran parte dei dialoghi sono masticati e quasi incomprensibili. Ed è un peccato per una pellicola tutto sommato valida, incentrata sul ritrovato rapporto tra un padre uscito dal carcere (interpretato da un Riccardo Scamarcio senza particolari guizzi) ed un figlio che in realtà viene riavvicinato più che per affetto paterno per riuscire a costituirsi una copertura nel viaggio verso nuove imprese criminali.Inutile sottolineare che tra padre e figlio, pur tra inevitabili incomprensioni iniziali,si costituirà un rapporto via via più forte fatto di complicità ed affinità elettive, come se i sette anni di lontananza reciproca fossero stati solo pochi giorni. E cosi', pur se improbabile ed un pò retorico, il finale regalerà comunque un redde rationem in grado di far superare anche le conseguenze più tragiche della loro breve convivenza. Sostanzialmente un film ambivalente e con il freno a mano tirato che purtroppo non riesce mai a spiccare veramente il volo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta