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Joker

Regia di Todd Phillips vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Joker

di willkane
4 stelle

Gotham City come prototipo di metropoli postmoderna, caotica e fatiscente, piovosa e plumbea, terreno di una società dissoluta, disperata, con incolmabili disparità e orizzonti tra poveri e ricchi. La rappresentazione enfatica di un mondo freddo ed individualista, dove ognuno viene abbandonato a se stesso, persino i casi patologici più deviati. Joker è uno di questi, una costruzione scolastica ed enfatica di un personaggio furbescamente e spettacolarmente drammatizzato, estremizzato e rigonfio dell'accumulo delle peggiori malvagità umane subite sin da bambino. Impersonato dal viscerale Joaquin Phoenix con piglio violento, schizoide e caricaturale, come già messosi in mostra in "The Master", Joker è un reietto, un novello "Taxi Driver" turbato da una società respingente (ironicamente sognerà di emulare proprio De Niro, qui un comico di successo), lavora come mediocre e inverosimile clown con un sorriso forzato truccato sul volto, ha il sogno illusorio di diventare un comico professionista, reagisce alle emozioni con una risata isterica patologica e, nei momenti deliranti, con picchi di eccitazione e di autostima, si lascia andare in danze estasiate lente e sinuose, accompagnato da movimenti di macchina sbilenchi e bagliori di luce sullo sfondo. Travolto da frustrazioni, soprusi e squilibri mentali, e armato di una pistola di occasione, diverrà omicida per vendicarsi delle storture che lo feriscono, ed è così che troverà la sua realizzazione, il suo destino. Preso a modello da orde di disadattati e avvelenati indigenti di Gotham, infervorati dalle ingiustizie, sarà la guida spirituale della rivolta contro lo stato delle cose. Le maschere clownesche, indefinite e irridenti, saranno l'uniforme di questi tumulti sgangherati e animaleschi, incendiari e barbarici. Beffardamente, nel corso della guerriglia, il bambino che avrebbe sognato di essere, figlio di un politico ricco e avverso, finisce, come Joker stesso, orfano e abbandonato in mezzo a uno sporco vicolo. Una rivolta che genera ulteriore male, presentato come istinto preminente e irrefrenabile dell'uomo, come causa ed effetto. Una chiusura circolare, nichilista, dove il sistema Hollywood, rappresentanza dell'elite, preso in prestito l'universo fumettistico di Batman, coglie l'occasione per ripresentare ad una platea sconfinata, da top incassi, una società in sfacelo, decadente, popolata da mostri, ma che al solito non offre speranza, nessuna redenzione, e sembra crogiolarsi nell'assoluta mancanza di anticorpi credibili: le rivolte sono brutali e disorganizzate, la spiritualità e la fede evaporate, le cure mediche infruttuose e tranciate per via di critici bilanci finanziari, la stessa famiglia, anzichè approdo sicuro, è origine, radice infetta dei più grossi problemi. Un manifesto cinematografico di tecnica e nichilismo, di scrittura banale e scolastica, spettacolo edulcorato di un immaginario marcescente.

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