Regia di Todd Phillips vedi scheda film
Furbacchione, ruffiano sin dai titoli di testa con il logo Warner d'annata, Joker si regge su pretese artistiche e su uno pseudolirismo che (mal)celano l'operazione commerciale che è alla base del film, inevitabile successo al botteghino.
L'intreccio di realtà alternative, col suo concatenarsi di sogni ad occhi aperti e allucinazioni, si rivela una mossa necessaria a un film che manca di logica narrativa e che finisce col sovvertire le sue stesse premesse: consegnare al cinema una sorta di origin story del personaggio eponimo. Rende inoltre necessario ricorrere al termine “eversismo”, per permettere di fare debita menzione del suo vomitevole eversismo a buon mercato – al confronto, The Dark Knight Rises era denso di intellettualismo politico.
L'incessante istrionismo di Phoenix permette infine di riabilitare il Joker di Jared Leto.
Non mancano alcuni momenti ispirati: l'inizio della scena della discesa lungo la scalinata (così tamarro che tradisce il legame con il cinema di grana grossa di Todd Phillips, il Neri Parenti del cinema americano) e la scena in cui Thomas Wayne si rifiuta di candidare Arthur Fleck nella sua lista alle elezioni comunali.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta