Regia di Todd Phillips vedi scheda film
Non conosco la genesi del Joker del fumetto, ma è certo che Todd Phillips ha realizzato un film politico, anarchico e (quasi) completamente staccato da uno di quei fastidiosi prodotti supereroici che stanno affossando il Cinema, quello vero. E questo è già un punto a suo favore, se poi mettiamo anche una realizzazione attenta, che lo relega fra il Cinema, quello importante, e un attore, Joaquin Phoenix, in stato di grazia, quello che otteniamo è uno dei migliori film dell'anno, facile candidato a fare incetta di Oscar. "Joker" è un film stratificato, dove il degrado di Gotham City, da sempre archetipo di una società scura e decadente, è lo specchio buio in cui ci specchiamo, tutti, ogni giorno. Dentro, s'inserisce la figura del Joker, prima pazzo, uomo invisibile, e poi sobillatore, suo malgrado, di folle, degno personaggio scolpito dall'odio e dalla brutalità delle persone. Una figura che acquista lentamente potenza e coscienza di sé, e in questo il regista è molto bravo, procedendo per gradi senza mai annoiare, e di questo si occupa Joaquin Phoenix, nel ruolo della vita, in quel ruolo che ben difficilmente, da qui all'eternità, riuscirà a scrollarsi di dosso: in un ideale scambio di testimone con De Niro, gustosa figura secondaria, finalmente in palla, di cui ricorda l'indimenticabile personaggio, nervoso e psicopatico, di "Taxi Driver". Sullo sfondo di questa interpretazione maestosa, l'oscurità, squarciata solo dal sorriso del clown, sempre meno trucco e sempre più insanguinato. Un film che ha, finalmente, il respiro del grande Cinema.
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